E così l’amministrazione di Campo nell’Elba dopo un anno e mezzo di controversie insiste ancora, con giustificazioni davvero deboli, sull’effettivo stato della situazione del Vallone per quanto riguarda l’Ecocentro e il trasferimento dell’impianto di betonaggio della Ditta Petrocchi da “sotto strada a sopra strada”. Ecocentro: è sorto nel 2001 in una zona artigianale dove le norme del piano vigente ne prescrivono l’assoluta incompatibilità in quanto industria insalubre di prima classe, fra l’altro contravvenendo anche a un’altra norma del piano che ne vietava il cambio di destinazione d’uso; difatti il manufatto dell’ecocentro, di cui il Comune non ne rintraccia più né licenza edilizia né il permesso né il collaudo del Genio Civile per le strutture in cemento armato, è tutt’oggi dichiarato “Garage del Vallone” (vedi elenco telefonico 2002), che qualcosa pur vorrà dire. Che venga affermato dall’Assessore che presso l’ecocentro del Pian di Mezzo non siano trattati rifiuti pericolosi, la cosa ci lascia molto perplessi. Il volantino del Comune di Campo nell’Elba che pubblicizzava l’avvio dell’attività dell’ecocentro in data 3.9.2001 riporta vari prodotti e materiali che rientrano nell’elenco del Ministero della Sanità datato 5.9.1994, dei prodotti e materiali insalubri di 1° Classe e che sono: alluminio (deposito), carta e cartoni (recupero), pile e batterie esauste, raccolta di ferri vecchi e sporchi con relativa riduzione. Come Comitato del “Pian di Mezzo” abbiamo anche foto che dimostrano la giacenza di auto abbandonate, pronte per essere ridotte dall’enorme pressa ivi installata. Tutto questo viene effettuato a cielo aperto, in un ambiente privo di fognature e di depuratori. Non ci meraviglia, quindi, quanto riportato dalla stampa (Il Corriere della Sera” del 5.9.02) che denuncia il rilevamento di arsenico e mercurio in campioni di terreno prelevati presso l’ecocentro. Che il Comune di Campo nell’Elba si impegni nel settore della raccolta differenziata, ci fa enorme piacere, ci rammarica invece che si ostini a non individuare per questa attività molesta ed insalubre un luogo adatto lontano dalle case. Teniamo a precisare che a noi poco importano le motivazioni che inducono l’amministrazione a non collaborare, in materia, con gli altri comuni Elbani nella discarica comprensoriale del Literno (sebbene la cooperazione porterebbe ad una notevole riduzione dei costi che poi vanno comunque ad incidere sul portafoglio di noi cittadini Elbani). Rifiutiamo, in toto, il “Piano di riqualificazione ambientale”, relativo alla zona del Vallone, proposto in modo singolare dal comune di Campo nell’Elba, senza nessuna adozione preliminare e quindi approvato senza darci il tempo e la possibilità di fare le osservazioni che la legge urbanistica regionale ci avrebbe consentito; ma su questo non vogliamo insistere dal momento che dal 28.10.02 abbiamo già notificato al Comune di Campo e alla Ditta Petrocchi un ricorso al TAR della Toscana per tre specifiche motivazioni. Piuttosto l’assessore Graziani si è dimenticato di dire, ma glielo ricordiamo noi del comitato del “Pian di Mezzo” che per le attività dell’impianto di betonaggio il Giudice, il Tecnico del Tribunale e l’ARPAT di Piombino si sono espressi indicandole inaccettabili in vicinanza di civili abitazioni e anche non conformi alle norme del testo unico delle leggi sanitarie. E che nell’ “edificio industriale assentito dall’Amministrazione campese” come dice l’assessore, dimostrando un evidente miglioramento delle sue capacità linguistico-giuridiche, verrà trasferito l’attuale impianto di betonaggio a suo tempo sequestrato dall’autorità giudiziaria, c’è scritto a pag. 10 della relazione tecnico illustrativa dell’aprile 2002, intestata Comune di campo nell’Elba, firmata dal progettista Carlo Brigida. Documento visionato anche per l’appunto dal Consigliere Regionale dei Verdi Fabio Roggiolani e preso a base per la sua interrogazione. Tutto ciò non ci sembra una riqualificazione bensì uno strumento per mantenere le attività economiche di una persona e per incrementare le molestie ed i disagi per noi cittadini residenti, visto che sempre a pag 10 si legge che le attività tossiche della stazione di betonaggio si svolgeranno al chiuso solo “prevalentemente”; firmato Arch. Brigida. In merito al sequestro dell’impianto di betonaggio, è vero che il Comune ha emesso ordinanza di chiusura ma si dimentica di dire, ed anche questo lo diciamo noi del Comitato, che il nostro esposto a Comune e Procura della Repubblica fu dell’ 11.6.2001; il sequestro giudiziario fu operato il 17.8.2001 e quindi l’ordinanza di cessazione della produzione nell’impianto di betonaggio (che in quei giorni produceva calcestruzzo per il cantiere comunale del posteggio del Vapelo allora in costruzione) fu del 6 agosto quindi praticamente un atto dovuto dell’ultima ora e anche alla vigilia di una udienza del Tribunale Civile di Portoferraio per la causa che poi nel 2002 il Comitato ha vinto contro la ditta Petrocchi per il riconoscimento del serio pericolo di un danno imminente alla salute dei residenti del Pian di Mezzo. Ma è altrettanto vero che l’attività in questione è continuata quasi indisturbata fino al sequestro generale di tutta l’area avvenuto con l’intervento della Guardia di Finanza dopo alcuni mesi dalla delibera del Sindaco. Anche se il nuovo impianto di betonaggio non ha niente in comune con quello abusivo sequestrato, questi è pur sempre una industria di prima classe insalubre e molesta, a soli 50 metri dalla precedente, che per le norme del piano vigente e per le normative del testo unico delle leggi sanitarie e secondo il parere dell’ARPAT di Piombino in relazione al trasferimento, nessun impianto del genere può essere inserito in tale zona artigianale anche in considerazione della vicinanza alle abitazioni, già ritenuta inaccettabile dal Giudice e dal Tecnico del Tribunale e dalla stessa ARPAT. In conclusione e anche a difesa di quanto scritto su Fabio Roggiolani possiamo asserire che il medesimo è uno di quelli più informati perché si è documentato su atti ufficiali venendo di persona sul posto.