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Storia assurda di una casa da abbattere

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 gennaio 2008

Quella che Luciano e Lucia ci snocciolano sul tavolino di casa ci pare insieme un'odissea abitativa e una storia di ordinaria follia urbanistico-giuridica, il piano del tavolo si riempie di fogli in carta semplice e bollata, foto e mappe. Andando al galoppo: la vicenda è quella di due adulti con una famiglia allargata a 6 figli (lui ex minatore dell'Eurit, lei invalida solo da poco impiegata sulla riserva "Art. 16" come magazziniera) che si ritrovano sfrattati da un magazzino riadattato a casa nel loro comune di residenza (Campo nell'Elba), cercano un affitto ma non lo trovano ad un prezzo per loro sostenibile, fanno domande di assegnazione di case popolari che non ci sono, ed alla fine decidono di arrangiarsi: comprano un pezzetto di terra 1.400 metri quadri da un congiunto in località "La Pila"e mettendo al lavoro tutta la famiglia tirano su una casetta modesta ma dignitosa di 64 metri quadri. E' il 1996 Lucia e Luciano non hanno il permesso di edificare (che pure hanno richiesto) i tecnici comunali rilevano l'abuso e denunciano i coniugi (fatto scontato). Ma in tribunale il giudice li assolve riconoscendo loro di aver agito in stato di necessità. In casa si tira un sospiro di sollievo: lui torna ad occuparsi dell'orto e del pollaio che tornano utili a sbarcare il lunario, ma dura poco, fino al 1999, perché in secondo grado il giudice esprime una sentenza piena sì di accenti di umana comprensione ma che condanna a morte la casa abusiva che va demolita. Nelle more dei ricorsi in Cassazione, nel 2000, accade un fatto nuovo: l'area su cui sorge la casa, da inedificabile com'era diventa soggetta a PEEP. Sembra che la soluzione si avvicini con l'attivazione del meccanismo dell'esproprio e della riassegnazione. Ma non ce nulla da fare la casa deve essere demolita prima che sulle sue macerie si possa edificare per un volume fino a tre volte superiore (!) realizzando una palazzina magari graziosa come quelle del PEEP che ormai assediano la casetta condannata e che andiamo a vedere sul retro Del PEEP ? E come è possibile che siano case PEEP visto che la maggior parte di quelle finite sembra disabitata? Ma non occorre essere residenti e domiciliati in un comune per essere assegnatari di appartamenti della Piccola Edilizia Economica e Popolare? Chi sono questi “piccoli popolani campesi” murati vivi dentro le case, che non mettono il naso fuori neppure per ritirare gli elenchi telefonici, lasciati a marcire? L’unica casa sicuramente popolare che vediamo da queste parti è quella da abbattere. Però questo è un altro film, pure se lo schermo è lo stesso. Luciano ci riporta al contingente: “Mi piacerebbe sì fare una casa anche per loro – dice indicando una figlia, il genero ed il nipote di 18 mesi – ma chi ce l’ha i soldi?” Già .. chi li ha i soldi? Decidiamo di recarci in Comune per avere più chiari i termini della storia, è proprio in comune che qualche ora fa a Lucia è stato comunicato – prima che ci telefonasse affranta - che in mattinata di giovedì i tecnici provvederanno al sopralluogo preventivo per la demolizione. Parliamo brevemente col Sindaco Antonio Galli e con due funzionari, tutti sembrano sinceramente e non poco contrariati, esauriti i ricorsi, ad assolvere al compito di “braccio armato” di una giustizia incomprensibile, nel dover procedere alla demolizione di due appartamenti (scopriamo che c’è un caso similare a Seccheto), non ne hanno proprio voglia. “Dovremo rappresentare in Prefettura tutte le difficoltà connesse ad una simile operazione ed ai costi, in primo luogo si dovrà trovare una sistemazione per la famiglia che abita nell’immobile abusivo”. Insomma giovedì mattina le ruspe non andranno a La Pila ma la sorte della casetta è segnata. Torniamo da Campo in redazione con un po’ di irritazione, è vero Lucia e Luciano hanno commesso un reato, ma non sono bastati una vita passata ad arrabattarsi a fare sacrifici e poi 12 anni passati in questa loro unica casa della vita con la spada di Damocle sulla testa per meritarsi un “indulto”? A chi può mai dar fastidio la loro casa ormai che il piano è saturato di cemento? Come è possibile che la legge sia tanto dura, con una modesta famiglia per un modesto intervento, in un posto dove si sono realizzati ecomostri e peggiori se ne profilano, dove si sono realizzati in alcuni comuni abusi (poi sanati) per un numero pari quasi a quello totale dei cittadini, lattanti e Suore del Preziosissimo Sangue (anche loro richiedenti una sanatoria) compresi? Possibile che non si possa davvero far niente per Luciano, Lucia e quella loro ragazza (la più piccola) che abbiamo visto studiare nell’ingresso-cucina-sala da pranzo curva su un note-book.? Noi non sappiamo come e chi può fare qualcosa, ma se qualcuno, magari tra gli eletti del popolo, ha un barlume d’idea sul come intervenire in questa vicenda, evitando che un atto di giustizia formale dia luogo ad una sostanziale ingiustizia, è il caso che la tiri fuori, e alla svelta.


Casa da abbattere 1

Casa da abbattere 1

Casa da abbattere 2

Casa da abbattere 2

casa da abbattere 3

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casa da abbattere 4

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casa da abbattere 5

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