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Ageno che resta, Ageno che va

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 24 giugno 2003

Per molte ore, dopo la pubblicazione del documento del “provinciale” di Forza Italia, che ha letteralmente stroncato l’azione amministrativa della Giunta Ageno, sconfessandone in pratica il più significativo degli atti amministrativi (il Regolamento Urbanistico), si sono rincorse più o meno accreditate voci circa un proposito di una chiusura anticipata della esperienza di governo di un Primo Cittadino che ha sicuramente un record: quello del maggior numero di contestazioni da parte di una cittadinanza di solito politicamente pigra come quella portoferraiese. Ma secondo le stesse informazioni non ufficiali i propositi di ritiro di Ageno sarebbero rientrati dopo uno o più incontri con i suoi “fedelissimi”. Non sappiamo se questo “si dice” abbia fondamento ma se così fosse, pensiamo che chi avesse convinto Giovanni Ageno a non mollare, avrebbe fatto un pessimo servizio ad Ageno medesimo,alla causa del centrodestra ed alla città. Il fiasco amministrativo portoferraiese è di quelli che a teatro farebbero cancellare lo spettacolo, senza rischiare di proporre una seconda replica, se il centrodestra vorrà sperare di competere per vincere, o almeno per evitare una scoppola senza precedenti, dovrà inventarsi soluzioni fortemente alternative rispetto alla compagine in carica, il cui ricordo, ovattato da una transizione commissariale, farebbe sicuramente meno danno alla comune causa. Un altro anno di opposizione ad una Giunta debole e confusa (che come fanno i deboli assumerà continuamente atteggiamenti provocatori) altro effetto non avrà se non rafforzare e compattare il centrosinistra, aiutarlo a risolvere le sue interne contraddizioni. Ageno avrebbe fatto bene, di fronte a due atti clamorosi come le dimissioni del suo Vice, ed una sconfessione senza precedenti da parte della forza politica in cui milita e che lo ha proposto sindaco, a fare immediatamente “sacco e branda”, rassegnando delle dimissioni che sarebbero state politicamente dignitose quanto poco dignitoso è il suo permanere nel Palazzo della Biscotteria in queste condizioni. E non può accampare Giovanni Ageno la scusa del “mandato dei cittadini” quando perde pezzi così importanti dell’alleanza che lo ha sostenuto, che l’elettorato lo influenzeranno pure loro. Ma questo prendere atto che Ageno si ostina a governare per quanto moralmente minoritario, ci induce un ragionamento sulle regole elettorali in vigore, per le quali come è noto con un voto di più si prende il banco. E’ vero vincere con il 51 % o il 71% non ha effetti diversi nell’immediato, ma alla lunga sì, poiché proporzionalmente alla esiguità della maggioranza di cui si dispone (non in Consiglio ma tra la gente), deve crescere il grado di apertura alle idee degli altri la permeabilità alle ragioni di chi (nel caso di specie) è stato votato solo da un pugno di cittadini in meno. Se non si agisce così si fa la figura e la fine di Ageno, si fa come i bulletti che mostrano dei muscoli che non hanno, che pretendono di comandare su tutto e su tutti, che sfidano, si atteggiano, provocano e che poi inevitabilmente trovano “quello della mela” che li gonfia.


Ageno giovanni sindaco portoferraio

Ageno giovanni sindaco portoferraio

portoferraio da volterraio gentini

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portoferraio via gasperi panorama

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