Domenica prossima gli Elbani, dai 16 anni in su, si troveranno dinnanzi a seggi elettorali in tutti i Comuni elbani. L’occasione è data dalla possibilità, con il proprio voto di far nascere un partito completamente nuovo, che ha già un nome, Partito Democratico. E’ un'occasione per dare una spallata democratica ad un sistema politico sempre più lontano dalla gente, spingendolo a rinnovarsi e dall’altra una spallata a chi questa spallata vorrebbe darla alla democrazia italiana. Si avvierà un rinnovamento e la costruzione di un partito completamento nuovo, che partirà dal basso, dai cosiddetti “governati”, ai quali è data la parola e la decisione su come e per cosa dovrà nascere questo nuovo partito. C’è una società elbana di lavoratrici e lavoratori, di imprenditori, artigiani e commercianti, di professionisti, che lavora, lotta, innova, produce ricchezza, che accetta le sfide quotidiane del mercato, che accetta i rischi della competizione e della concorrenza, ma che non sempre trova ascolto e risposte adeguate e tempestive nel potere pubblico, agevolazione e sostegno equo nell’azione di chi governa, che trova, anzi, un freno nella lungaggine burocratica ed inefficienza della pubblica amministrazione, nella lentezza e lunghezza dei tempi della politica. A questa società Elbana chiediamo di scendere in campo in questo nuovo progetto, di farlo proprio, di esserne protagonista attivo, sta in ciò la garanzia che le speranze suscitate in un possibile rinnovamento, non siano tradite. Chiediamoci se l’Elba ha bisogno di questo nuovo partito e per cosa, poi con convinzione andiamo a votare, non restiamo alla finestra, ma rendiamoci attori di questo evento. Crediamo che c’è ne sia bisogno, proprio per cambiare il modo di essere e di fare la politica all’Elba. I segnali di questa crisi della politica sono oramai all’ordine del giorno: troppo frantumata in mille “referenze personali” e “identità di bandiera”, troppo immobile e faragginosa nel decidere; troppo incapace di capire la società elbana, della sua complessità, delle sue domande e aspettative. Questa innovazione della cultura politica, concreta, meno ideologica, più capace di decisioni e progetti generali, si produrrà, tanto più il Partito che nasce con la partecipazione della gente e per la gente, lo continuerà ad esserlo anche dopo, nella sua prassi quotidiana, senza occupare, ma stimolando e rispettando l’autonomia delle istituzioni e della società civile. C’è un dato significativo in tutte le candidature elbane alle assemblee costituenti del PD ed è la forte e prevalente presenza di donne e giovani. Non è un caso, forse perché sono i soggetti che più patiscono, non solo una politica chiusa, ma anche, una società civile che ne è specchio, altrettanto ostile, chiusa in corporazioni, protezioni, raccomandazioni varie, se non discriminazioni; una società che esclude e non include, che premia più il privilegio, il parassitismo e l’assistenzialismo a discapito del talento, del merito, del rischio personale, dell’impegno e della responsabilità; una società che per i giovani si presenta più condita di precarietà e incertezza delle condizioni materiali di vita e del loro futuro. Nasce da qui il distacco dalla politica e per questo non ci nascondiamo che il clima di sfiducia dei cittadini elbani è tanto, ma confidiamo in un riscatto fiducioso, in un rinnovato slancio democratico dell’isola, di rinnovamento e di partecipazione consapevole, che sappia produrre, con il PD, un circolo virtuoso, positivo di speranza e d’impegno: ne ha bisogno l’intera società elbana.
urna elettorale