Orbene cari lettori capisco ne abbiate abbondantemente pieni gli zebedei della Gattaia e del mio bimaniacale tornare sulle due peggiori mancanze della giunta di Roberto Crocifisso Peria: la Cala dei Frati che resterà chiusa e il capannone ex-ATL condannato a morte, ma dovrete rassegnarvi. Anche oggi. vi infliggerò un altro A Sciambere in argomento. Ordunque stamattina gli amministratori provinciali e della CM mi hanno reso edotto. Lo ammetto, ignoravo del tutto che la reverenda Soprintendenza si era opposta (certo tanto dispiacere a loro non faceva ) all’ipotesi di demolizione di quell’orripilante scatolone cementizio appoggiato alle fortezze, costruito dalla Regia Marina, con la motivazione che anche gli errori architettonici fanno parte della storia ed il loro permanere ammaestra. “Allora – m’è scappato di dire – dipingetelo di rosa fucsia a pallini verdi così lo si nota di più, e chissà quanta gente ammaestra quel troiaio!” Ma subito dopo mi è venuto in mente che la stessa eminente Soprintendenza aveva dato il via libera all’uccisione del Capannone ex-ATL, che oltre essere una rarissima testimonianza della storia industriale di Portoferraio evidentemente non era abbastanza orrendo da dover restare ad ammaestrare. Certo però che se tutto si dovesse ricondurre ad una coerente logica ci sarebbe da sentirsi il sudore freddo lungo la schiena: quale sarà il prossimo passo? Demolire la malandata palazzina Coppedé e conservare quel pipo ritto giallo ammaestratore che è la Bricchetteria? Chiedere che i cubi di cemento che impreziosiscono il bordo strada del Piazzale Esaom siano dichiarati patrimonio dell’umanità? Commissionare la stampa di cartoline illustrate riproducenti le antenne del Puntale? Ordinare Messe in suffragio dell’anima del progettista del “grattacielo” del porto? Roba da chiodi
quadro gordigiani via carducci