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Controcopertina: Quella strana raccolta di bi-firme sulla A.M.P.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 23 settembre 2007

Caro Sergio, da più parti è stato chiesto a Legambiente di prendere una posizione riguardante la strana, direi quasi sconcertante, raccolta di bi-firme promossa da Yuri Tiberto contro l'Area Marina Protetta e per fare una cosa strana – ma molto simile ad un'Area Marina Protetta – chiamata proposta Tiberto. Abbiamo risposto che non potevamo confrontarci con un'iniziativa privata, e subito politicamente strumentalizzata, che partiva dall'esibita ignoranza – nel senso letterale della parola – di tre leggi dello Stato che quell'Area prevedono, di Direttive europee su mare, pesca e Zps, di raccomandazioni Onu-Unep sulle zone protette marine… Una decisione che è stata ulteriormente confermata dall'iniziativa promossa dal Comune di Marciana Marina sull'Area Marina Protetta nella quale Yuri Tiberto ha proposto come alternativa il modello Capraia, non sapendo assolutamente che Capraia è il primo tassello della realizzazione dell'AMP dell'Arcipelago Toscano iniziata negli anni '80. Nonostante questo ignorare le basi di partenza Tiberto aveva già stampato e diffuso la sua proposta. Credo che da qui derivi la confusione che ha portato ad una proposta prêt-à-porter che può essere usata da chi crede di proteggere il mare "in altra maniera", come penso faccia in buona fede Yuri Tiberto, e da chi di mare protetto non vuole nemmeno sentir parlare. Quando ho spiegato – su richiesta dello stesso Tiberto che ne sapeva per sua ammissione ben poco - come era nata l'attuale protezione a mare a Capraia, Gorgona, Montecristo, Giannutri e Pianosa e le critiche e le proposte di Legambiente riguardanti la proposta dei sindaci elbani, Yuri Tiberto mi ha risposto con quello che ormai appare un mantra: «guarda che sei d'accordo con la mia proposta», la stessa cosa che dice oggi a Popi Adriani. Tiberto sta facendo un po' come Burlando, il Presidente della Regione Liguria, va contromano in un'autostrada già segnata da leggi, direttive europee, vincoli posti da decreti del Presidente della Repubblica, da raccomandazioni di organizzazioni internazionali come ONU, UNEP ed IUCN, e pensa che siano gli altri ad andare in direzione sbagliata, e dice a chi (Legambiente, Greenpeace, il ministro di AN Matteoli prima e quello dei Verdi Pecoraro Scanio poi, i Libri Verdi dell'Unione Europea e infine i sindaci elbani) propone un'AMP che tenga conto di Leggi e Direttive: "ma che state facendo, guardate che sbagliate direzione perché io ho deciso di cambiare il codice della strada con una petizione!". Si potrebbe rispondere: "guarda che, se siamo d'accordo con te, ti conviene girare la macchina, sennò vai a sbattere contro un grosso Tir…" Per fare questo pasticcio contromano quel che non va bene, nel senso che smentisce le proprie tesi, si ignora – per esempio le decine di AMP già esistenti e in via di istituzione in Italia, comprese quelle in Adriatico – e non ci si accorge che, semplicemente per fare brumeggio politico, la proposta Tiberto viene firmata anche da chi non è assolutamente d'accordo con i limiti severi per la pesca che lo stesso Tiberto propone. La petizione Tiberto, presa punto per punto, sarebbe facilmente stroncabile per quel misto di ingenuità, disinformazione e demagogia velleitaria che la impasta, ma sarebbe un esercizio inutile, perchè è una proposta non utilizzabile nemmeno dai nemici dell'AMP che oggi la cavalcano solo perché vi scorgono un elemento di ulteriore confusione. Il tentativo politico è quello di farsi dire di no con proposte e strane chimere da ingegneria genetico-istituizionale casereccia che vanno contro le leggi e per questo si chiede di cambiare le leggi. Le solite richieste impossibili che servono solo a dare la colpa al governo cattivo di turno. Il problema questa volta è che l'AMP l'hanno chiesta sia il governo Berlusconi che quello Prodi. Cose già viste una quindicina di anni fa, quando proprio partendo dal mare protetto di Capraia, che oggi tanto piace sia a Tiberto che agli antiparco di allora, si disse che il Parco non si poteva fare se prima si cambiava la legge e si raccolsero migliaia di firme facendo credere alla gente che sarebbe diventato tutto zona A, che non si sarebbe più potuto fare il bagno, pescare, navigare, venire in vacanza senza autorizzazione… Apprezziamo la buona volontà di Yuri Tiberto, il suo applicarsi a conoscere una materia fino a poche settimane fa a lui sconosciuta, il suo mettersi in gioco personalmente, ma questo non basta per trasformare una iniziativa personale in una proposta seria, mancano evidentemente i fondamentali. Per questo quella petizione è diventata l'ultima diligenza per i soliti noti antiparco che cercano una rivincita e per personaggi politici della destra che ieri tacevano benevoli e partecipavano servizievoli alle riunioni per la l'istituzione dell'AMP quando la proponeva Matteoli e che oggi fanno fuoco e fiamme, presentano interpellanze e firmano mozioni - dove sono all'opposizione… - perché la stessa cosa la propone Pecoraro Scanio, in ottemperanza a tre leggi dello Stato votate da tutto il Parlamento. Quindi, la proposta Tiberto rimane quello che è: un velleitario tentativo senza alcuno sbocco, non utilizzabile tecnicamente in alcun modo, forse qualcuno, grazie a questo, riuscirà solo a racimolare un pugno di voti in più a Marina di Campo, non crediamo fosse questo l'obiettivo di quella petizione alla quale nella sua confusione riconosciamo una certa appassionata buonafede. Per il resto, forse sarebbe il momento di occuparsi davvero delle cose serie: la proposta del governo Berlusconi del 2005 ripresa nel 2006 dal nuovo ministro dell'Ambiente, la controproposta dei Sindaci, le osservazioni delle Associazioni che sanno di quello di cui si parla e chiedono per l'AMP norme e deroghe che possono essere comprese nella legislazione vigente.


Giudola pesce sub

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