I cittadini di Portoferraio vorrebbero essere governati, per quanto riguarda il proprio Comune, da una coalizione che abbia una reale capacità complessiva di governo. Amministratori che sappiano esercitare il mandato, governando effettivamente e non che rinuncino a farlo. Uomini e donne che sappiano evitare il coinvolgimento in questioni di parte o come si dice comunemente di bottega, questioni minori, non riguardanti un vero interesse generale. Personaggi che mettano in pratica quel riformismo pragmatico, che è nelle aspettative della gente, al quale gli elettori sono disposti a dare fiducia. Rappresentanti della società civile che cerchino continuamente quella tensione a fare, applicando una reale volontà per modernizzare la città. La credibilità di una leader ship, si gioca in gran parte nella capacità di mettere in pratica queste priorità. In definitiva coloro che amministrano, devono creare un’effettiva inversione di tendenza nell’amministrazione della cosa pubblica. Nelle attività dei servizi, fondamentale è l’apertura ai privati, ovviamente in un quadro trasparente di regole, evitando svendite o favoritismi di sorta e non accentrando tutto in società mal gestite e mal controllate. Insomma si devono dare risposte forti, politicamente lungimiranti e si deve parlare di cose fatte e non solo di programmi da realizzare. Il terreno dell’economia locale e del suo rilancio è il vero banco di prova anche per un amministratore pubblico. Chi saprà incoraggiarlo, assecondarlo avrà i favori della gente, chi saprà contemporaneamente difendere anche le fasce della società civile più deboli, esposte al veloce rinnovamento, avrà ancor più il consenso di tutti. Il disimpegno di Giuliano Fuochi dalla maggioranza di governo a Portoferraio è stata interpretata da più parti in vario modo, sincera, interessata, opportuna, scaltra, emotiva. Sicuramente questa vicenda un significato vero lo rivela. La volontà di un personaggio che riteneva possibile il cambio di indirizzo di una amministrazione. Il desiderio che una cittadina come Portoferraio potesse avere un ruolo maggiore nell’economia turistica dell’Isola. La volontà di dare una spinta allo sviluppo della nostra città, con una coraggiosa accelerazione. La consapevolezza di dover soddisfare le aspettative legittime della popolazione, come da programma. L’applicazione di una passione e capacità nelle scelte di governo, come caratteristica costante nei 5 anni. E’ auspicabile che nel panorama politico locale, certe energie non vadano accantonate e disperse, siano ancora utilizzabili per le prossime amministrative. Ma in un sistema elettorale competitivo qual è ormai il nostro, nessuno può sapere oggi chi vincerà domani, lo decideranno solo e soltanto le cose realizzate sul tappeto e non i proclami, i progetti, le promesse. Non lo decideranno neppure televisioni compiacenti o giornali online duramente contrari. Non si facciano ingannare i cittadini di Portoferraio, la sinistra non è custode dell’etica civile del Paese, non lo è neppure la destra, lo sono soltanto quei cittadini, che chiamati a svolgere funzioni istituzionali, amministrative e di responsabilità, come classe dirigente della società civile, hanno saputo mettersi a disposizione del bene comune, senza trarne alcun vantaggio personale. Per quanto riguarda il Movimento Autonomo dell’Elba, che ha conosciuto il momento di maggiore influenza nella vita pubblica e politica cittadina al momento dell’affermazione nelle passate elezioni amministrative di Portoferraio, vedendo esaurito e modificato il proprio ruolo iniziale, è disponibile a mettersi a disposizione di quei comitati cittadini in fase di costituzione, che intendono impegnarsi per una nuova guida del governo della città, nel maggio 2004. Coordinamento MADE Vorremmo aggiungere soltanto una breve nota al comunicato del MADE che, accennando a "giornali online fortemente contrari", ci autorizza a ritenere di avere una probabilità su 3 di essere stati chiamati direttamente in causa. Per questo, per toglierci da ogni indugio, ci dichiariamo, se non esplicitamente contrari su alcuni passaggi, perlomeno alquanto perplessi, perché quando si afferma "nessuno può sapere oggi chi vincerà domani, lo decideranno solo e soltanto le cose realizzate sul tappeto e non i proclami, i progetti, le promesse" ci viene infatti da pensare come possa fare, nel caso si candidasse un'anima candida, che si appresti per la prima volta a carezzare gli scranni comunali, a portare di fronte all’elettorato "le cose realizzate sul tappeto". Detto così ci pare un latente scoraggiamento verso il nuovo, uno sbarramento alquanto peregrino, un ragionamento sterile per il quale chi si appresta a fare qualcosa è esautorato a priori perché il suo tappeto è nuovo. Ci basterebbe invece, continuando la metafora nel campo semantico della tappezzeria, che chiunque varcasse la soglia biscottiera si pulisse educatamente i piedi sullo zerbino e chiedesse permesso prima di entrare nella casa di tutti.
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