Il Dottor Nicola Gherarducci (geologo non pentito, si vede dalla collezione di sassi che orna il suo ufficio) è uno di quei funzionari che lo Stato, nel caso di specie nella sua articolazione di Provincia di Livorno, pone per uno stipendio modesto a sedere su una poltrona che spesso si fa rovente: la sua è quella di responsabile del Distretto Stradale dell’Isola d’Elba, 170 chilometri d’asfalto molto difficili da gestire in quanto le “provinciali” isolane sono certamente tra le più trafficate d’Italia. “Per fare un esempio rifereriamoci ad una rilevazione del 1994 effettuata in un giorno (non di esodo) di agosto nel quale sul piano di S.Giovanni transitarono 36.000 auto equivalenti in 24 ore e certo da allora il traffico è cresciuto e non di poco – esordisce Gherarducci che risponde a qualcuno che ha messo in correlazione lo stato della viabilità con gli incidenti anche gravissimi degli ultimi giorni – ma un punto deve rimanere fermo: il rispetto del Codice della Strada e della segnaletica esistente garantirebbe già abbondantemente la sicurezza. Sulle strade elbane non ci sono insidie né ci sono condizioni di percorribilità diverse da quelle segnalate; e il parere in merito non è solo nostro, lo condividono tutte le forze dell’ordine”. Chiediamo se si può comunque elevare il livello di sicurezza della viabilità elbana e se la Provincia sta movendosi in questa direzione. “Certamente si può migliorare e lo stiamo facendo da tempo, non certo sull’onda emotiva di fatti che ci addolorano ma che non possono farci deflettere da un metodo di lavoro che è quello della sistematica progettazione degli interventi. Tra settembre e dicembre i cittadini vedranno partire lavori per 2.650.000 euro in gran parte migliorativi della sicurezza, un progetto datato 2005 che ha trovato in questo esercizio finanziario una parziale attuazione e che speriamo di completare, per i suoi 9.000.000 totali nei prossimi anni” Ma quali saranno nel dettaglio i lavori che deriveranno da questo ingente impegno economico? Gherarducci snocciola un elenco: 800.000 euro per posizionare circa 9 km di guard rail in tratti della viabilità che ne sono sprovvisti, 250.000 euro per mettere nuovi marginatori laterali in plastica sui 170 km di competenza. 70.000 euro di nuova segnaletica verticale che verrà migliorata ed implementata, ed ancora i finanziamenti necessari alla rifacimento dei piani stradali e della regimazione idrica nei tratti Zanca- Sant’andrea e Poggio – Marciana (complessivamente 1.350.000 euro) e dei 250.000 destinati alla gestione integrata del distretto, traducibili in interventi di taglio erba, manutenzione delle aiuole, interventi che già si fanno e che hanno una ricaduta positiva sul decoro, ma pure sulla visibilità sulle carreggiate (quindi ancora sulla sicurezza) e sul fronte del contrasto degli incendi, oltre che garantire il servizio di reperibilità, altrimenti non espletabile ora che gli operai dipendenti si sono ormai ridotti a qualche unità. E quello della carenza di personale è un punto dolente: “La mole di progettazione che abbiamo affrontato e stiamo affrontando è sovradimensionata rispetto alle energie umane disponibili: l’ufficio portoferraiese può contare attualmente solo su un funzionario e due collaboratori (un tecnico e un amministrativo peraltro assunti a contratto che si impegnano ben oltre il dovuto) e quelli di cui abbiamo parlato non sono i soli progetti elaborati. Ricordo ad esempio che ne resta in attesa di finanziamento dal 2004 in sede ministeriale uno da 1.430.000 che consentirebbe il completo rifacimento della strada dalla zona portuale portoferraiese fino a Marciana Marina”. L’impegno della Provincia è quindi tangibile ma è un fatto che la particolare orografia isolana e l’instabilità dei versanti pone problemi di manutenzione straordinaria e di interventi neanche immaginabili da chi deve gestire strade ad andamento “padano”: solo bloccare la frana del Mortaio che avrebbe tagliato la strada per le frazioni marcianesi sud-occidentali ha assorbito quest’anno 570.000 euro. Ma torniamo sul fronte delle limitazioni facendo notare al Dott. Gherarducci che alcuni cittadini (e qualche politico) hanno chiesto che i semafori (segnatamente a Portoferraio via Tesei, San Giovanni e Mola) vengano sostituiti con delle rotatorie. “Le rotatorie sono strutture viarie complesse che non si possono realizzare ovunque, in quanto devono essere dimensionate con criteri rigorosi, non si possono “miniaturizzare; tuttavia stiamo lavorando anche su quel fronte – risponde Gherarducci fornendoci quasi in chiusura d’intervista la notizia più rilevante – diciamo che siamo nella fase di rilievo topografico e studio della fattibilità per la realizzazione di sistemi di svincolo su cinque punti viari: due nell’area retroportuale portoferraiese (non solo al semaforo, ma anche sul viale Tesei all’altezza della deviazione verso il Molo Lucchesi), a San Giovanni, a Mola ed al bivio Enfola-Viticcio” Favorevole è certamente l’atteggiamento del funzionario provinciale verso gli strumenti di telecontrollo e rilevazione della velocità: “Abbiamo collaborato con il Comune di Portoferraio per il posizionamento delle telecamere agli impianti semaforici e per i rilevatori di velocità dello Scotto e di San Giovanni, che mi risulta dovrebbero entrare in funzione a giorni, non vedremmo sfavorevolmente che altre amministrazioni si dotino di strumenti simili, non per far cassa o per lo sfizio di vessare gli utenti della strada, ma per limitare le velocità di percorrenza che aumentano la probabilità di incidenti e ancora di più ne determinano la gravità".
Gherarducci Nicola