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Controcopertina Grazia Battaglini interviene sulla scuola e sul villaggio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 08 luglio 2007

Caro Sergio, ho letto e taciuto fino ad ora ma non ce la faccio più a stare zitta ed ho voglia di dire la mia sulle famose bocciature cosi gettonate a livello mediatico. Sicuramente un effetto positivo c'è stato ed è la spinta a parlare ed a discutere della tanto vituperata scuola elbana. Questa scuola spesso abbandonata e poco ascoltata quando gli insegnanti ed in generale gli addetti ai lavori evidenziano i suoi problemi diventa come per magia argomento di dibattito e discussione quando si scopre, a seguito episodi dolorosi come le bocciature, che anche nelle nostre scuole esiste il bullismo,il disagio, le problematiche adolescenziali. Come sai sono reduce di un concorso che ha impegnato gran parte delle mie energie negli ultimi due anni e che mi ha permesso di approfondire molti temi e di confrontarmi con colleghi di tutta la regione. Un relatore, ad una delle mie lezioni, citò una frase che mi piacque particolarmente: "per crescere un ragazzo ci vuole un villaggio", il nostro è un villaggio isolano, ma è un villagggio! E' assurdo e impensabile scaricare i nostri insuccessi come "villaggio" sulla nostra scuola, nella crescita di un bambino/ragazzo ognuno deve fare la sua parte, la famiglia, la scuola, gli enti locali, le associazioni ed in generale tutta la società. I nostri ragazzi sono cambiati, le nostre famiglie sono cambiate ed è cambiata la società elbana. Anch'io, come molti della mia generazione, ho letto e condiviso "lettera ad una professoressa" ed i libri di don Milani, le lettere dal carcere di Gramsci ("lo studio è un lavoro duro e faticoso...."), ma credo che la scuola di Barbiana richiedesse una serietà e un impegno che nessuno osa chiedere ai nostri ragazzi. Fare l'insegnante oggi è molto difficile, sono pochi quelli che riconoscono la nostra professionalità, molti sono convinti che al posto nostro farebbero meglio. Allora mi chiedo, a che cosa sono serviti gli anni di studio, di concorsi che ognuno di noi ha fatto se il primo che passa per la strada pensa di saperne più di noi? In che considerazione è tenuto il nostro studio? (e quindi anche quello dei nostri figli che stanno studiando?) Questo mi sembra il punto: se non diamo autorevolezza alla nostra scuola e non riconosciamo le capacità di quelli che ci lavorano, come possiamo pensare che i nostri figli possano pensare che studiare è importante? A cosa serviranno le bocciature della scuola media se i bocciati e le loro famiglie penseranno che forse la scuola ha sbagliato e che gli atteggiamenti non corretti dei loro figli non vanno stoppati bensì incoraggiati e sostenuti? Nella nostra scuola ci vuole coraggio a bocciare, è molto più facile regalare il sei rosso a chi non se lo merita (perchè non si è mai impegnato) che non assumersi le proprie responsabilità facendo una scelta certamente dolorosa ma talvolta indispensabile. Non penso che la promozione garantita sia la soluzione ai problemi della scuola perchè sarebbe la negazione della scuola stessa (basterebbe forse un computer e qualche libro per dare un minimo di conoscenze). La funzione della scuola sta proprio li, nell’aiutare a crescere sia culturalmente che umanamente. Per fortuna esiste una morale e un senso della giustizia che i ragazzi hanno ben chiaro e sono spesso proprio loro a capire per primi quando hanno sbagliato. I nostri ragazzi hanno bisogno di valori, la nostra società ha bisogno di valori, non sempre riusciamo a darglieli(perfetto non c’è nessuno!) ma ci dobbiamo provare. Quanto alla perdente scuola elbana devo dire che non ci credo, sia perché ho vissuto e lavorato per 12 anni a Firenze e a Napoli (e di conseguenza ho conosciuto bene altre realtà), sia perché credo che se ci si piange addosso non si risolve nulla. Questo non vuol dire non affrontare i problemi ma semplicemente che dobbiamo vederli in modo equilibrato. La scuola elbana ha luci ed ombre e vedere solo le cose negative è un grosso errore. Per vedere anche le luci basta andare a cercare qualche dato sul rapporto sulla scuola livornese nell’anno 2006 fatta dalla provincia di Livorno: l’insuccesso scolastico nelle scuole superiori elbane è il 44,67,in quelle livornesi 45,52(più alto del nostro). ( Vedi rapporto sulla scuola livornese –Provincia di Livorno pag 84). Chi ha voglia può cercare il rapporto sul sito della provincia ed approfondire una serie di aspetti, è evidente però che se le superiori elbane non vanno male vuol dire che sono buone anche le scuole degli istituti comprensivi. Recentemente il Rotary ha fatto una interessante dibattito sul disagio all’Elba,credo che questa sia la cosa giusta da fare,organizzare una conferenza sull’istruzione dove si affrontino tutti i problemi sollevati in questo tormentone sulle bocciature dando la possibilità a tutti di dire la loro perché certamente la scuola deve fare il suo ma il “villaggio” , rispettando le varie professionalità,deve poter dire quello che pensa. Grazia Battaglini Cara Grazia Condivido molto di quello che hai scritto ma alcune cose (forse marginali) le trovo inesatte e mi viene da dirtelo il più rapidamente possibile. In primo luogo non sono stati molti "i primi che passavano" che sono intervenuti in questa (secondo me salutare) querelle: i "laici" che sono intervenuti sulla questione (tra i quali ci sto anche io) sono stati fino a questo punto la stragrande minoranza (3 su 18 se ho contato bene), la parte maggiore di chi ha scritto vive professionalmente nella istituzione scolastica. Per quel che attiene il "6 rosso" credo che sia meglio contestualizzare, un criterio di seria selettività che può essere condivisibile e addirittura sacrosanto in altri ordini dell'istruzione può risultare inapplicabile laddove si tratti come nel caso di specie di SCUOLA DELL'OBBLIGO. Va da sé poi che il lieve maggiore successo (dello 0.85%) dei nostri ragazzi alle superiori è abbondantemente spiegato con il minor tasso di passaggio alle superiori. In pratica la selezione c'è a monte, proprio dove dove non mi pare opportuno debba verificarsi. Non sono più i tempi e non è più la società di Barbiana, ma se un figlio di laureati ha sette volte le possibilità di laurearsi di un coetaneo che viene da una famiglia a basso livello di istruzione bassa, vuol dire che la scuola nei risultati è ancora classista. Giusto il concetto del "villaggio" che è esso stesso una agenzia educante, ed è proprio perchè ci crediamo che abbiamo dato (forse come mai prima nella storia di questa isoletta) l'opportunità per sviluppare una discussione sulla scuola (noi che siamo il giornale più diffuso nel villaggio) portandolo ogni giorno sotto gli occhi di 3000/4000 persone. Continueremo a parlarne di scuola, di salute mentale, di urbanistica, di cultura, di ambiente (di cose serie) impippandocene bellamente di gossip, di vippume, di velinamenti locali e nazionali che magari "fanno cassa" ma che possiamo al momento permetterci il lusso di "bocciare". Restiamo quindi a disposizione per estendere il discorso dal caso delle bocciature alle medie (che un caso, inutile nascondersi dietro un dito, è) risultando stumento di discussione in positivo, sulla scuola. Un abbraccio


Liceo foresi scuola grigolo

Liceo foresi scuola grigolo