Lo stato di emergenza nel Comune di Rio Marina venne riconosciuto nel 2002, dopo un anno di amministrazione del sindaco Bosi, che si era speso da subito in un assiduo lavoro di sensibilizzazione dei ministeri competenti. Un lavoro che ha gettato finalmente luce sul grave stato di dissesto idrogeologico in cui versavano le aree minerarie del nostro territorio, abbandonate da un ventennio, pericolose dal punto di vista idrogeologico e degradanti per l’immagine del paese. Uno stato su cui non si era registrata nessuna iniziativa delle varie amministrazioni di sinistra, che fino al 2001 governavano a Rio Marina, Livorno, Firenze e Roma. Anzi, qualcosa avevano fatto: chiacchiere, mentre l’amministrazione Bosi ha “soltanto” ottenuto 9 milioni di euro per lavori di ripristino ambientale e messa in sicurezza di quelle aree. Lavori, quelli realizzati dal commissario straordinario, Paola Mancuso, che hanno consentito la sistemazione di cave e cantieri, fossi e spiagge, piste e piazzali: aree recuperate che si estendono fino al limite del centro abitato. Al di là di un facile elenco (fosso del Pisciatoio e valle Baccetti a Cavo; e poi CalaSeregola, Rio Albano, Topinetti, Portello e Vigneria, frana di S. Antonio, area urbana dietro il Comune, fosso della Miniera, via del Porticciolo e via Fulvio Cignoni ecc.), basterebbe dire che il sindaco ha ottenuto la riapertura dell’anfiteatro del Parco minerario, fino ad allora monumento allo spreco di risorse pubbliche e alle velleità impotenti di chi amministrava prima del 2001. I benefici di quei lavori sono sotto gli occhi di tutti, e i cittadini l’anno scorso hanno dimostrato di apprezzare. Gli unici che ancora non vedono (non vogliono vedere) sono una manciata di militanti Ds. Attuali. Perché i consiglieri del passato gruppo di minoranza hanno votato due ordini del giorno del Consiglio comunale, che all’unanimità, fra il 2004 e il 2005, hanno sancito prima “l’immobilismo” che “per anni”, quelli precedenti, aveva bloccato quelle aree minerarie, poi il valore di quelle opere realizzate dal commissario. (Risulta che solo uno dei consiglieri si astenne, probabilmente per il dispositivo del documento approvato, più che per quella premessa). Su quei lavori - comunque - è a disposizione dei Ds di Rio Marina una pubblicazione che riassume anni di intenso lavoro e che chiarirà loro la portata di quelle opere di messa in sicurezza. Nonostante questa abbia evidentemente ben poco abbia a che fare con la “promozione del Parco Minerario”, molti segnali di fiducia, poi, forse non adeguatamente raccolti, sono stati lanciati dall’amministrazione Bosi già durante la precedente gestione: si pensi non solo all’Anfiteatro, e agli eventi che oggi ospita, ma anche all’affidamento al Parco dell’attività di manutenzione e guardiania del compendio, con l’attribuzione delle relative risorse. Per questo l’unica speranza che si può ragionevolmente nutrire per il Parco è che ora acquisti finalmente il dinamismo necessario per apportare reali benefici all’economia di Rio Marina.
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