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Lettera aperta a chi sta lavorando per una Nuova Sinistra elbana

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 26 giugno 2007

Ai Responsabili elbani di PdCI, PRC, SDI, Sinistra Democratica, Verdi per l’Unione, Cari Compagni - Non me ne vogliate se, approfittando del godere di una posizione comunicativamente privilegiata, vi invio una lettera che risulterà “particolarmente aperta”. Per iniziare vorrei plaudire alla rapidità con la quale si è creato un coordinamento isolano delle sigle politiche della sinistra che qualcuno si ostina a definire antagonista e io continuo a definire sinistra tout-court non vedendo sinistra altrove. Non fosse altro è stato uno strumento utile per assumere una posizione dignitosa sul problema delle A.M.P. nel generale sbraco populista-demagogico degli amministratori elbani, più preoccupati del possibile insorgere di un contingente gorillaio marino, che della necessità di assumersi le proprie responsabilità in ordine a scelte fondamentali per il futuro (anche economico e non solo ecologico) nostro e dei nostri discendenti. Ciò premesso vi chiedo di compiere ogni sforzo perché la casa della politica che andate edificando sia una casa di vetro: perché tutti possano vedere dall’esterno cosa vi si fa e chi c’è, e che sia pure senza porte, in modo che non ci sia bisogno di bussare per chi vuole entrare, né che voi domandiate “Chi è?” al toc-toc . L’unità della sinistra deve essere un processo assolutamente diverso ed originale rispetto alla “fusione fredda” (per certi versi glaciale) del centro che è in atto. Se voi pensaste di far rappresentare (scusate la brutalità) dalla somma delle vostre sigle la varietà delle anime della sinistra (anche all’Elba) sopravvalutereste assai la vostra capacità, perché attualmente ci sono molte sensibilità politiche che non trovano collocazione nei vostri partiti (ma sarebbe meglio dire nei partiti come sono stati concepiti fino ad oggi), e neanche i conti elettorali sono indicativi sotto questo profilo. Ad esempio chi scrive, negli ultimi anni ha votato per quattro diverse formazioni politiche, tutte della sinistra e comunque sempre attendendo la costituzione di un partito della sinistra che non c’era, e che ancora non c’è (ma che ora è molto più vicino); come lui molti altri. Aprite quindi sempre e sistematicamente le vostre riunioni, anche quelle più decisionali, rischiate le assemblee (che certo sono più faticose degli incontri ristretti ma enormemente più democratiche), non vi mettete a fare il giochino degli organigrammi ora, preoccupatevi di costruire la locomotiva e i binari, che ha scegliere i macchinisti c’è tempo, e poi cancellate temporaneamente il termine “riservatezza” dal vostro vocabolario. Altro che riservati, dovete essere sfacciatamente determinati nel realizzare l’unità a sinistra. E se accettate un consiglio finale, spendete da subito una parte del vostro prezioso tempo per organizzare qualcosa che dia il segno della nuova unità: una festa, un’azione di volontariato di massa, un’iniziativa pubblica di spessore su uno dei tanti problemi politici vissuti da troppo tempo schiacciandosi sotto il procedere delle amministrazioni, date insomma modo alla sinistra con la casetta ma anche ai senza tetto politici, ai cani sciolti di discutere insieme, e soprattutto di “fare” qualcosa. Perché di una somma di persone e non di sigle abbiamo bisogno per farla la Sinistra Nuova.


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