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Risposta, in ritardo, alla signora Lia Gentili di Pomonte

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 28 febbraio 2006

Trovo che la libertà, dopo la salute, sia tutto quello che di più importante abbiamo. Farei una passeggiata fino a Punta Penisola, fra i pini, il mirto e le scope di macchia e scendendo giù fino agli scogli lo griderei al mare e alla sua profondità affinchè questa parola si propaghi all’infinito e se fosse un’eco, vorrei ritornasse a me. Come quando in estate facendo il bagno al Porticciolo, scopro, nuotando lontano dalla riva, come posso essere leggera e libera circondata da tanta immensità silenziosa. Aver voglia di essere, raccontare, capire, conoscere: questa è libertà, una continua ricerca. Non mi propongo di insegnare o filosofeggiare, ma mi metto con umiltà a conoscenza del mondo che sa stare a farsi ascoltare e che mi dà, fortunatamente, stimoli che mi fanno sentire ancora in movimento e non ferma. Mi piace il mondo, con quello che c’è dentro e tutte le storie che può raccontare ad ognuno di noi e che io stessa ho voglia di trasmettere per uno scambio continuo. Ed è proprio in merito a questo scambio, signora Lia, che sono felice che mi abbia risposto per ben due motivi: il primo perché ho così capito che ha avuto modo di leggere anche il mio precedente articolo e forse proprio in seguito al “nostro” episodio, e il secondo perché visto che lei accoglie così tante gatte in procinto di partorire ora so dove potrò portarle, caso mai ne trovassi qualcuna, contribuendo così ad aumentarle il numero visto che ci tiene a precisare che ne ha più di me. Pur abitando da poco all’Elba, ciò non mi ha impedito di conoscere diverse persone, sia elbane che non che poi si sono rivelate in realtà delle amicizie. Posso parlare di amicizia perché fin da subito ho trovato sorrisi sinceri, disponibilità, interesse autentico per i problemi e quella voglia spontanea che gli abitanti dell’isola ancora hanno, a scambiare due chiacchiere vere, con calma, lontano dalla fretta che tutti i giorni ci circonda, invece, in una grande città. Così parlare è di nuovo comunicare con semplicità, con naturalezza. Ci sono ancora dei commercianti gentili e artigiani pronti ad adoperarsi per risolvere piccoli problemi ma sempre con la voglia di darti un consiglio non finalizzato alla vendita, per il solo piacere di insegnarti a fare meglio. Io stessa posso ancora lasciare la porta di casa aperta per attraversare la srada andando dalla mia vicina Patrizia senza avvertirla telefonicamente e la trovo lì felice di vedermi per scambiare due chiacchiere senza fretta e senza la sensazione di disturbare. Inoltre ho trovato molte persone che mi stanno aiutando come possono, a darmi una mano con i gatti abbandonati e che condividono i miei pensieri sul sentimento poco animalista che si riscontra un po’ ovunque non solo all’Elba. Personalmente mi ha fatto un immenso piacere la lettera della signora Francesca Tribocco in cui si diceva sinceramente commossa del mio primo articolo e nella quale ho sentito una grande partecipazione. In seguito, e in circostanze casuali, altre persone mi hanno dato incoraggiamento e sostegno con la voglia comune a molti di dar voce a qualcosa che rimane troppo spesso accecata dal nostro poco cuore. Se io non avessi mai scritto il mio “temino”, lei signora Lia, non si sarebbe certo chiamata in causa a difendere la sua persona e forse anche il suo bar e non avrebbe certo disturbato “tanta gente perbene; la stragrande maggioranza delle persone che l’Elba ospita come abitanti” e che lei dichiara “offesi dalle mie parole” per accattivarsi forse qualche consenso e l’episodio certo sarebbe finito lì. Ma forse non si sarebbe neanche inventata frasi che io non ho mai detto, quasi come non fosse stata lei la protagonista. Ma la capisco anche se in tutta sincerità, a parte forse lei stessa, io non ho offeso proprio nessuno ammesso che si possa definire un’ offesa chi come me, si dispiace un po’ per la storia di un pesce rimasto intrappolato nella rete. Certo che ho ancora molto da imparare sul mondo e sull’Elba ma talvolta anche le persone “piccole” possono dire qualcosa senza avere nessuna presunzione se non la voglia di dialogare e talvolta le persone “grandi” possono anche ascoltare in silenzio e avere il buon gusto di non ribattere con arroganza, alla semplice frase compassionevole “povera bestia” come se chi l’avesse pronunciata fosse fuori di testa. Ringrazio la redazione che mi ha dato, ancora una volta, la mia Libertà.


pomonte spiaggia sassi

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