Innovare nella continuità. Questa è la filosofia che permea il premio letterario internazionale Raffaello Brignetti, giunto alla trentacinquesima edizione. Un premio, ama ricordare qualche giurato, “austero e silente” , un riconoscimento vero assegnato da una giuria qualificata di specialisti della letteratura non vincolata dagli editori, cui si aggiunge una giuria popolare formata anche da giovani studenti. Il giornalista Andrea Pancani ha saputo presentare in modo appropriato una serata che è risultata più interessante di quella dello scorso anno. Un premio speciale alla carriera è stato assegnato al giornalista e scrittore Manlio Cancogni, di cui il giurato Massimo Onofri ha ricordato la lunga e significativa esperienza letteraria. L'opera vincitrice dell'edizione 2007 è stata “L'estate è crudele” (Ed.Feltrinelli) dello scrittore e giornalista iraniano Bijan Zarmandili, che da 47 anni vive a Roma. Il romanzo narra di una cospirazione politica di due studenti iraniani in esilio, in lotta contro il regime dello Scià di Persia in una calda estate romana del 1960. Un intreccio di amore e politica, di forzate lontananze e di incontri, di vita e di morte, una passione coniugale da cui nascerà il figlio Keivan che coltiverà la sacra memoria dei suoi genitori, simbolo della capacità di amare, nonostante il dolore e i lutti di una storia che finirà tragicamente. E' un romanzo sul fallimento della rivoluzione e sulla tenacia della tirannia, sulla follia del potere. Il premio è stato assegnato per le capacità di costruire un ponte tra due culture, tra Roma e Teheran e per aver saputo essere portatore di valori universali, oltre che per essersi sottratto a un falso lessico giornalistico ma, anzi, aver saputo scrivere in una prosa con richiami classicheggianti. Il romanzo di Zarmandili è infatti in punto di riflessione per comprendere il mondo contemporaneo. La contaminazione delle società e delle culture e il loro interagire sembra essere -secondo Zarmandili- l'unica strada possibile per la pacifica convivenza dei popoli, ma l'incontro tra i due elementi porta necessariamente alla perdita parziale della propria identità. Non è solo la somma di elementi nuovi che si aggiungono ai vecchi, ma dallo scontro di civiltà si avrà qualcosa di nuovo e una cultura destinata comunque a cambiare.
Premio Brignetti 2007