Spesso l’amarezza e la rabbia di una sconfitta così clamorosa - scrive Vito Tammone - suscitano reazioni talmente istintive e spontanee che la ragione, solo in seconda battuta, cerca di correggere. Purtroppo in questi casi, come si suol dire, la prima risposta è quella che conta. Caro Salvatore, ho apprezzato il tuo tentativo di ricostruire la storia di quella esperienza politica chiamata “Patto Azzurro”, una esperienza decisamente positiva per il nostro paese, un progetto politico intelligente capace di suscitare entusiasmo tra la gente al punto di consentire a tutto il nostro schieramento di vivere per anni un consenso, tra la gente di Porto Azzurro, di gran lunga superiore al potenziale politico del centro sinistra stesso. Io purtroppo, a differenza tua, non posso fregiarmi dei meriti di fondatore in quanto solamente dopo alcuni anni ho avuto l’opportunità di poter dare un modesto contributo allo sviluppo di quel progetto. Posso però dirti che io e la mia famiglia non siamo mai stati destinatari di una sola delle lettere che tu, nel tuo ruolo di segretario politico, hai inviato a centinaia di famiglie di questo paese. Io sono un uomo di centro sinistra che si sente appassionato ed al tempo stesso preoccupato per le sorti politiche di questo schieramento. E’ solo per questo che nei giorni scorsi ho deciso di rispondere alla tua prima lettera pubblicata su Elbareport. In quella occasione tu scrivesti “Chi ha buona memoria ricorderà come quella sconfitta fu causata principalmente dalle divisioni, dalle liti, dai dolorosi contrasti scoppiati furiosamente tra la direzione della sezione DS di Porto Azzurro e autorevoli esponenti della lista, compreso il capolista. Senza scendere nei particolari, un gruppo molto ristretto decise di escludere dalla lista alcune personalità e di inserirne altre. Quelle scelte comportarono l'allontanamento volontario di alcuni dirigenti del partito e la mancata ricomposizione dei contrasti”. Sono state proprio queste righe a darmi l’impulso per una risposta. Non vi è stato alcun gruppo ristretto che ha prevalso su altri o che tirava i fili mentre altri si muovevano, ma delle “canoniche” trattative tra candidato a Sindaco e partiti politici. Allora i nostri ruoli erano invertiti, io c’ero e tu no, ma non per questo sto a ricostruirti quella storia, pero ti chiedo: io e te stiamo qui, sempre dalla stessa parte, a soffrire per questa maledetta sconfitta, ma quei dirigenti della sinistra a cui tu ti riferisci, da che parte stanno? Mi scuserai, ma penso che le tue considerazioni siano state perlomeno ingenerose e poco obbiettive nei confronti di quelle “personalità” di Patto Azzurro che ancora oggi li puoi trovare fedelmente impegnati nel centro sinistra nonostante l’appellativo di “falliti” spesso riservatogli dalle nuove dirigenze locali durante i lavori per la formazione di questa ultima lista. Infine penso che anche in questa occasione quelle “personalità” di Patto Azzurro abbiano dimostrato umiltà e serietà, tu purtroppo non puoi testimoniarlo perché anche questa volta non c’eri. Consentimi però una ultima precisazione: nella tua ultima lettera hai associato il mio scritto, in modo gratuito e prevenuto, al pensiero di “altri autorevoli esponenti di Patto Azzurro” e questo non è stato né elegante, né corretto da parte tua. Le mie posizioni sono frutto di mie riflessioni personali e basta. Ti saluto con sincero rispetto senza rancore e senza più alcuna polemica, sperando che in futuro si possa ricominciare tutti insieme un nuovo “percorso civico” per il nostro paese.
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