I tecnici chiamano il fenomeno “sinkhole” o più nostranamente “dolina” , ma comunque la si chiami la realtà è una spaventosa voragine che alla luce del giorno si è mostrata in tutta la sua ampiezza dimostrando che le nostre stime notturne erano assai prudenti.. Il gigantesco “buco” che si è aperto nel greto del fosso di Rio in località “il Piano” ha circa 8 metri di profondità una “bocca” ellissoidale di diametro 8 e 9 metri sui due assi, e pareti verticali che hanno al momento sconsigliato una ispezione interna, anche perché la voragine pare in lento allargamento ed improvvisi crolli di materiale non possano essere esclusi. Intanto il sinkhole, che ha avuto la pessima idea di formarsi molto vicino al tracciato della strada provinciale, ha ingoiato qualcosa come 130 metri cubi di materiale, portato nelle viscere della terra probabilmente in un sistema carsico sottostante ma non lo si può affermare con certezza anche se siamo ad un tiro di schioppo dalla nota “Grotta di San Giuseppe” che è frutto di fenomeni erosivi. Quello che invece è certo è il “motore”, cosa ha determinato lo svuotamento, la potente vena d’acqua individuabile nella prima foto: un “rocchio” di una quindicina di centimetri di diametro che al momento “spara” diversi litri il secondo sul fondo della “dolina”. E’ stata questa vena sotterranea (che, chissà, magari, a vicende sistemate, risulterà pure potabile e captabile, quindi preziosa) a portar via tutto quel volume di “limi, sabbie e ghiaia eterogenea” che costituiscono il piano alluvionale costiero sul quale ci troviamo. E intanto che si è fatta pulizia intorno alla dolina e si attendono altri sopralluoghi tecnici per decidere il da farsi resta da risolvere il rompicapo del muro, anzi dei muri (due e paralleli) che si scorgono a 8 metri di profondità , “antiche opere di canalizzazione” azzarda qualcuno ricordandosi che siamo, sia pure in basso, nella “Valle dei Mulini” e anche se su uno dei due manufatti si intravede la curvatura che potrebbe essere quella di un arco che instilla qualche altro dubbio Perplessità che prova a superare Gian Mario Gentini in una delle sue molte vesti, quella da topo di archivio, tirando fuori dal cappello una cronaca della Gazzetta Toscana che recita: Portoferraio 9 ottobre 1768 – Dopo una costante siccità di 4 in 5 mesi cadde nel dì 2 del corrente una pioggia così grande e precipitosa , che non ci è memoria di una simile. Il danno apportato a questa Città egualmente che alla campagna non è stato piccolo ….. I poveri abitanti di Rio, luogo non molto di qui distante, pieno di mulini a acqua, hanno pur essi sentito i dannosi effetti di una piena, la quale ne ha fracassati alcuni ed altri interamente portati via… Un report d’annata compatibile con il tipo di muratura che sembra scorgersi secondo il Dott. Gherarducci, responsabile del distretto stradale della Provincia, e che la dolina la deve guardare con molta attenzione perché il fenomeno evolvendosi potrebbe minacciare la stabilità del corpo stradale della provinciale che passa accanto. Tanto è che in attesa di decidere le contromisure i tecnici della Provincia montano la guardia di giorno e di notte (come "non si vede" nella foto) pronti all’estrema ratio del blocco del traffico se la situazione si facesse pericolosa, dopo che precedentemente il transito dei veicoli, con l’istituzione di un senso unico alternato, è stato prudenzialmente allontanato dal lato valle della carreggiata, quello più vicino al sikhole.
Dolina 1
Dolina 2
Dolina 3 operai provincia notte