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A sciambere della lettera al compagno Fabio Mussi#F+-G

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 02 giugno 2007

Caro Fabio, mi hai lasciato in un bel casino. Quando si cominciò a parlare del Partito Democratico l’idea mi sembrava buona anche se l’aveva bofficchiata Prodi. D’altra parte era il momento delle primarie e tutti eravamo corsi a promuoverle e a stampare fotocopie su fotocopie perché le schede e le ricevute da 1 euro non bastavano mai. Poi tu hai cominciato a dissentire ed io pensavo che, in seno al Partito Democratico, potevi costituire quella corrente di sinistra che avrebbe bloccato la corsa verso il centro e anche verso la CEI che tanto imperversa. Invece tu sei sceso dal treno in corsa (in corsa si fa per dire) e ti sei portato dietro Gavino Angius che poteva anche risparmiarsi di fare una terza mozione se poi doveva seguire pari pari le tue orme. Adesso nelle sezioni c’è maretta perché quelli che hanno votato la tua mozione e quella di Gavino restano nel partito ma non rinnovano la tessera; che sarebbe un po’ come restare in famiglia ma non versare per il bilancio parte dello stipendio. Sarà una nuova moda ma loro dicono che “aspettano”. Anch’io aspetto, pur avendo rinnovato la tessera, che questo partito nuovo nasca ma ho tanto paura che le levatrici stiano tirando il bambino chi da una parte chi dall’altra litigando su chi dovrà prendere in mano la testa. Le notizie di oggi sono terrificanti: Fassino aspira alla segreteria, che sarebbe anche giusto pensando che ha rinunciato a fare il ministro pur di nutrire il pupo, Rutelli non vuole perché non vuole e basta, Prodi dice che lui deve fare il premier ma anche il lieder del nuovo partito perché l’idea è sua. Il tutto mentre sarebbe meglio che si occupassero di togliere i trabocchetti che costellano il percorso che il governo dovrebbe compiere ma che vengono abilmente seminati dagli alleati di destra e di sinistra. Cosa faccio nel frattempo compagno Fabio? A me non piace neanche il Parolaio Rosso che sempre più di frequente si spoglia degli austeri abiti istituzionali per dire la sua arrotolando le erre tanto da non farci sentire la mancanza dell’Avvocato. Per me l’idea di fare comunella con lui, Giordano e Diliberto non è il massimo traguardo raggiungibile verso la fine della mia vita di passione politica. Dall’altra parte dove vado? Da Rutelli, con la Binetti e Santagata. No Grazie! E tutto perché sei sceso dal treno. Ma cosa ti costava restarci? Almeno io avrei avuto meno problemi.


Mussi melandri

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