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A Sciambere del Tiro Fisso che riflette e degli specchi che non riflettono

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 31 maggio 2007

Con i risultati di queste elezioni, si dice (e si avalla) "i cittadini hanno dato lo sfratto a Prodi" e "Prodi dovrebbe andarsene", si rincara? Quanta gente ha votato? In che rapporto sta quel numero con l'intera platea degli elettori? Quanti di quelli che hanno votato hanno votato CdL? In che rapporto stanno questi ultimi con l'intera platea degli elettori? Su cosa si è votato e per eleggere o non eleggere chi? Crisi della politica? E invece crisi dell'informazione no? Si può assistere ad una intervista sul maggiore TG ( circa nove milioni di ascoltatori) che permette a Casini (e perché sempre Casini?) di parlare a nome della gente (quale gente?) e di interpretare il volere della gente (ma lui quanta ne rappresenta? e il suo partito ha vinto o ha perso?) come plebiscito per mandare a casa Prodi? Caro direttore, non c'è alcun dubbio che, come si diceva una volta, il parlamento sia lo specchio del Paese. O almeno lo specchio di chi quel parlamento ha votato. Quello che non si capisce, a mente sgombra, è come mai chi guarda in quello specchio e l'immagine non gli piace, debba dare la colpa allo specchio. Ma soprattutto, chi quello specchio racconta tutti i giorni innalzando peana alla flessibilità e alla riforma delle pensioni si incazza poi come un lucio quando precarizzazione e unificazione dei sistemi pensionistici riguardano lui ( vedi l'eroica lotta dei giornalisti). Qui tra riformisti ( e oramai destra e gran parte della sinistra si dicono tali) e antagonisti ( del riformismo, cioè del nulla sottovuoto spinto) è il caso forse di riprendere a studiare, capire che questo Paese ( come gran parte dell'occidente) è passato dalle classi ai ceti, si è segmentato negli interessi, e non può (più) essere rappresentato solo sulla base di questi e che, perciò, riformismo e antagonismo sono due ubriachi che si reggono a vicenda non sapendo assolutamente dove andare. Il nodo è, da vent'anni a questa parte, il progetto! Solo sulla base di un progetto di società è possibile rappresentare una parte che ambisce ad essere maggioritaria di un Paese spaccato in mille frammenti. Ma di questo, riformisti (di destra e di sinistra) e radicali ( ma le radici sono quella parte della pianta che è certamente importante ma che non vede mai la luce) non ne vogliono sapere. Cantano il nuovo chiamando nuovo il liberalismo; inneggiano al moderno con una concezione ottocentesca ( ciò che non c'è e positivo); spendono il 90% delle loro energie, non a risolvere i problemi, ma a guardarsi sui media; e gli operatori dei media, come ha dimostrato il Censis, sono il gruppo assolutamente più preponderante in parlamento. Scambiano la politica con il marketing e lo spettacolo. E quanto più son bravi a dire tutto a tutti quello che tutti si vogliono sentir dire, e quanto più prendono i voti. Una gara su questo terreno vede perdere la sinistra anche quando vince. Sarà mica il caso ( e il tempo) di capirlo prima possibile? Qualcuno ha augurato alle due costituenti che si sono aperte (quella del Pd e quella della riunificazione della sinistra) pari fortuna. Da quel che si vede c'è solo da augurarsi che Berlusconi rimanga in sella nel suo schieramento.


Mirino

Mirino