L’ultimo aumento del prezzo dei traghetti, deciso un mesetto e mezzo fa prima dalla compagnia pubblica Toremar e poi da quella privata Moby Lines (che, com’è noto, in regime di oligopolio, si spartiscono i ricchi proventi della tratta Piombino-Portoferraio) è stato un altro colpo da KO inferto all’industria turistica elbana, che sta attraversando un momento di certo non esaltante. Abbiamo già avuto modo di osservare che, in generale, due sono i fattori che influiscono sull’entità del movimento turistico: l’attrattività e l’accessibilità. Lasciamo, per il momento, da parte la questione dell’attrattività e concentriamoci sull’accessibilità. E’ evidente che se il prezzo del traghetto (che, nel caso nostro, costituisce la parte preponderante del cosiddetto “costo di viaggio”) aumenta l’Elba diventa sempre più “inaccessibile”. Quanto influisce il costo del traghetto sul costo complessivo di una vacanza? Possiamo fornire un esempio che riguarda la nostra categoria. Una famiglia (2 adulti, 1 bambino, una Opel Zafira e una roulotte di 7 metri) che arriverà a Portoferraio lunedì 25 giugno e ripartirà domenica 8 luglio spenderà per il biglietto (Toremar) euro 245,34. Il costo complessivo di soggiorno nel campeggio è di 658 euro. Quindi, per un periodo di circa due settimane il costo del traghetto è pari al 37% del costo del soggiorno, che diventa il 75% se il soggiorno è limitato ad una settimana. Se poi la famiglia intendesse semplicemente trascorrere un fine settimana all’Elba (3 giorni), allora sarebbe il costo del soggiorno a rappresentare circa il 61% del costo del traghetto. E teniamo presente che, nel nostro esempio, l’arrivo e la partenza avvengono rispettivamente, il lunedì e la domenica. Se la famiglia fosse arrivata il sabato e ripartita lo stesso giorno, chiaramente il costo del traghetto sarebbe risultato assai superiore ed avrebbe inciso ancora di più sul costo totale della vacanza. Ci vuole poco a capire che in un’epoca in cui con 50 euro (o poco più o poco meno) si va a Londra in aereo diventa difficile competere con altre zone turistiche se una famiglia deve spendere quasi 300 euro per traghettare con una roulotte o 170 con la sola auto. Come abbiamo avuto modo di osservare in altre occasioni, il turismo del “fine settimana” va scomparendo del tutto, rimane limitato a quei pochi che hanno proprio “la voglia dell’Elba”. Ma considerevoli sono gli effetti anche su coloro che intendono trascorrere sull’isola una vera e propria vacanza, specie su coloro che appartengono ad una fascia di clientela medio-bassa (in rapporto al reddito), com’è quella dei campeggi. La Toremar deve rimanere, ancora per molti anni, servizio pubblico? Allora, che si riservi, ogni giorno, un certo numero di corse al servizio pubblico; tutte le altre corse dovrebbero essere invece gestite come farebbe qualsiasi altra compagnia privata, cercando di strappare clienti alla concorrenza. E i “grandi bigliettatori” (agenzie di viaggio, albergatori, gestori di campeggi, ecc.) potrebbero contattare qualche grossa compagnia di navigazione, italiana o straniera, garantirle immediatamente (sin dal primo anno) un certo numero di passaggi e quindi di fatturato per favorire finalmente quella concorrenza che molto spesso viene invocata solo a parole.
traghetto Toremar