Esimio direttore sovente mi perito dall'importunalla. La ringrazio ancora per quella volta che, strambugliante, mi cito'assieme a Caterinabueno e il su' nepote.(!) Forte di questa amicale connivenza, senza, peraltro e per fortuna, aver consumato lambruschini castagnacceschi con i martinenghi di turno, le porgo domanda che da istamane mi frulla nel pogo cervello che mi rimane; essendo lettore pretenzioso (come Lei giustamente annotava un paio di a sciambere fa). Vado al dunque eh .. Cosa intende per "sinistra carina"? quella anche, come dice il buon Freccero, "pettinata"? Mi faccia sapere. Ci vedemo a li cocomeri prima possibile! fraterni saluti a tutti (anche a quelli del PRC) mariopapi@somariopapi.it Caro Mariopapi La domanda è di quelle che ti mettono in barchetta perchè non sai se rispondere "sì" oppure "mollarsi dal fico" (avventurandosi, per gli italiani) in una risposta che risulterà sintetica quanto una lettera del Coluccia con annessa risposta punto-punto di Umberto Veleno Ammazzantini. Vediamo di trovare una via di mezzo. Mi torna comodo usare il lambrusco che hai citato nella tua lettera. Allora io credo che la "sinistra" sia paragonabile a quel vino arancione (non bianco) che faceva il mi' nonno Bampa patresaio, che lo chiamava "vino comune" e ci stioccava dentro di tutto un po' d'uva: biancone, anzonaca, procanico: un vino che veniva fori "ignorante ma bono", forte di grado, secco come una sassata. La "sinistra carina" è come il lambrusco che si beveva in pizzeria (che se l'avessi fatto assaggia' al mi nonno avrebbe detto "con questo mi ci sciacquo li piedi") un vino un po' Fru-Fru, dolcino, colorato, spumeggiante, frizzoso, leggero di grado: da castagnaccino appunto, mica da bersi sopra gli zeri o le sardine "arrosti e mangia"! Erano vini che andavano giù diversamente: uno lo dovevi "rispettare" e bere a topini, coll'altro ti potevi anche attacca' al fiasco. Ma la vera differenza la registravi dopo qualche ora perché il dolcino era diventato acido. Spero di essermi spiegato.
Cocomero