Il 23 aprile si è tenuto un incontro tra il Comitato Valle di Lazzaro, che si oppone alla realizzazione dei piloni del nuovo elettrodotto Enel, e Legambiente Arcipelago Toscano. A rappresentare l'Associazione ambientalista, oltre ad alcuni soci presenti nel Comitato, è stato il portavoce Umberto Mazzantini. «E' stata una riunione molto interessante e costruttiva – dice Mazzantini – che ha dimostrato quanto ormai i cittadini vedano l'ambiente come valore e risorsa da difendere, e non come vincolo. Come Legambiente noi abbiamo sempre un atteggiamento rispettoso e prudente verso i comitati, anche perché l'accusa di strumentalizzazione è sempre in agguato, ma quando i comitati, come in questo caso, hanno a cuore interessi generali, e non particolarismi momentanei, il confronto è molto più facile e produttivo». Mazzantini ha illustrato ai rappresentanti del Comitato Valle di Lazzaro l'attività di Legambiente rispetto al progetto dell'elettrodotto, sottolineando che l'Associazione ambientalista si occupa di questo progetto fin dalla sua presentazione e dalle prime ipotesi di rifacimento delle linee che risalgono al 2001. Nel 2003 Legambiente ha presentato, unica Associazione, le osservazioni al progetto che era passato tra la disattenzione generale e che aveva ricevuto un consenso di massina da parte di tutti i comuni interessati meno che Portoferraio. Successivamente, ha ricordato Mazzantini, Legambiente ha presentato insieme ad Asa una bozza di Piano Energetico Elbano – poi recepito in gran parte da Agenda 21 della Comunità Montana – che puntava a mutare radicalmente il panorama energetico dell'isola e a rendere modificabile il progetto dell'Elettrodotto. Mazzantini ha anche curato per il Parco Nazionale le osservazioni al progetto che introducevano stringenti richieste di riduzione dell'impatto ambientale sul paesaggio, la flora e l'avifauna e che sono state fatte proprie dalla Valutazione di Impatto Ambientale redatta dalla Regione Toscana. Il Comitato e Legambiente hanno concordato che, rispetto al vecchio progetto rimesso in discussione dal Parco Nazionale anche con l'annullamento della Conferenza dei servizi, ci sono quattro novità sostanziali: le proposte della Comunità Montana dell'Elba e Capraia e il possibile "approdo" del cavo sottomarino a Portoferraio; la proposta di "isole no-oil" fatta dal presidente del Parco Mario Tozzi che si aggiunge agli incentivi, facilitazioni ed obblighi europei, nazionali e regionali per le energie rinnovabili; il passaggio nelle accanto all'Elba – o forse addirittura attraverso –del grande gasdotto Algeria-Italia che potrebbe fornire prestissimo una nuova fonte energetica; l'istituzione della Zona di Protezione Speciale dell'Unione Europea denominata Elba Orientale che si estende per gran parte del tratto iniziale della nuova linea proposta e dove è proibita la realizzazione di nuovi elettrodotti aerei. Per questo Legambiente e il Comitato hanno concordato sulla necessità e possibilità di una radicale revisione del progetto Enel, allontanando la linea da aree abitate e di grande pregio, anche agricolo ed agrituristico, come Valle di Lazzaro e di chiedere ad Enel e Terna l'interramento della linea lungo la strada provinciale Portoferraio-Procchio o con percorsi alternativi che rispondano alle nuove caratteristiche che l'elettrodotto assumerà con le nuove proposte. Per quanto riguarda la parte sud dell'anello, Legambiente e Comitato chiedono che ricalchi il vecchio tracciato esistente, con la massima mitigazione dell'impatto paesaggistico e ambientale su fauna e flora richiesta dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
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