Siamo abituati da tempo a ragionare in termini di responsabilità e pragmatismo. Ma al contempo non perdiamo di vista ciò in cui che crediamo: la protezione del nostro territorio e la sua valorizzazione, la fruizione prudente e rispettosa delle nostre ricchezze e, non ultimo, il rispetto delle persone e delle loro proiezioni materiali. Per questo non ci siamo mai nascosti in passato, così come non ci nasconderemo in quest’occasione, raccogliendo e facendo nostro l’invito di Legambiente a impegnarsi per la riapertura del sentiero che taglia la punta di Fetovaia. Il consorzio Costa del Sole, da anni in prima linea nella difesa e tutela del patrimonio ambientale della nostra isola, è pronto a farsi carico del problema, così come ipotizzato dal circolo del Cigno verde. E’ dal 1983, oltre venti anni fa, che a cadenza regolare solleviamo la questione, tentiamo di scardinare l’apatia che spesso attanaglia un senso civico come paralizzato delle nostre istituzioni e dei nostri rappresentanti. Oggi, siamo ancora qui. Fiduciosi che quello che è in realtà un microcosmo unico nel suo genere possa essere riconsegnato alla collettività e ai nostri ospiti, pur consci delle prerogative e dei diritti dei singoli, pur consci delle legittime considerazioni dei proprietari dei terreni della zona. Rispondiamo all’appello per una fruizione discreta dell’area, perché possa essere ricondotta alle sue naturali pretese, quelle della preservazione ma anche delle altrettanto importanti esigenze private. Per questo ci rendiamo disponibili come consorzio Costa del Sole a gestire l’eventuale riapertura del sentiero, che potrebbe portare a visite contingentate e scaglionate nel tempo. E anche alla più vasta opera di tutela e salvaguardia del territorio, attraverso la predisposizione di una cartellonistica ad hoc, di una manutenzione attenta e puntuale del sentiero, così come già fatto più volte in passato, così come sotto gli occhi di tutti ai tempi dei progetti Pancrazio e Posidonia. Nel rispondere a questo invito sentiamo però l’esigenza di rilanciare una volta di più l’eco di Legambiente a fare di più e meglio anche a tutti gli altri soggetti che insieme a noi, sul territorio e per il territorio, possono contribuire alla sua valorizzazione e promozione, dal comune agli enti di categoria. Pensiamo che solo tutti insieme e in un comune spirito di confronto possiamo davvero e con efficacia riuscire nel tentativo di preservare un angolo di Elba che merita di essere patrimonio condiviso degli elbani e dei suoi ospiti.
padulella