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Controcopertina: Tozzi, Bosi e Martinenghi, un giovedì pieno di lettere e risposte

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 16 marzo 2007

Toni cortesi ma fermi quelli usati dal Presidente del PNAT Mario Tozzi nella risposta alla lettera del sindaco di Rio Marina che correva in soccorso del suo assessore Baleni, improvvidamente spiaggiatosi sulla gaffe di tirare in ballo il Parco dove non c'entrava, e su una polemica con Legambiente che lo vedeva decisamente soccombente. E se l'onorevole si attendeva una sconfessione di Mazzantini da parte del Presidente del PNAT ha colto il risultato opposto: facendo riscuotere un pubblico elogio al suo "insolente" antagonista. Questo infatti è il testo della breve nota inviato al sindaco piaggese: Egregio Sindaco, Umberto Mazzantini non è il portavoce del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma un giornalista stimato e un ambientalista di lunga data, oltre che forse uno dei migliori conoscitori del territorio dell’isola d’Elba. Dunque credo sia in quella veste che egli esprime opinioni sulle cose che riguardano l’isola. I suoi riferimenti sono effettivamente al passato del Parco in cui egli è stato sempre presente e, dunque, è forse questa la ragione per cui parla in nome di quel Parco. Non entrando nel merito dei toni e delle questioni personali, ricordo che oggi Mazzantini è membro del Consiglio Direttivo e la sua opera preziosa per ciò che riguarda la memoria storica del Parco e come tale io la valuto. Nell’attesa di incontrarci quanto prima per discutere assieme del futuro del Parco le invio i mie saluti più cordiali Più dura anche nella forma la risposta aperta alle lamentele di Martinenghi, al quale Tozzi non concede neanche un millimetro, particolarmente sulla legittimità dell'iter del piano del Parco e sulla sua permeabilità alle accettabili idee espresse dal territorio. Tozzi infatti scrive: "Leggo con interesse le riflessioni di Martinenghi sul Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che oggi si è insediato nella sua piena legittimità istituzionale. Come si può notare non c’è stata alcuna frettolosa approvazione del piano del parco, che pure è in attesa da anni, proprio per marcare la differenza di metodo rispetto agli anni precedenti. I tempi saranno brevi, ma c’è ancora spazio per qualche osservazione. La riunione è stata pubblica e dunque non c’è stata alcuna “adozione all’insaputa delle famiglie (!) elbane” come paventato da Martinenghi. Si tratta di un piano largamente condiviso che verrà approvato con il significativo intervento dell’attuale Consiglio Direttivo e dopo aver dato ancora spazio alle esigenze delle amministrazione locali. Come forse Martinenghi avrà notato, l’informazione dell’opinione pubblica sulle azioni della nuova Presidenza è semmai stata migliorata rispetto al passato, forse anche grazie alla presenza di un uomo di comunicazione, per cui non c’è alcun timore riguardo le decisioni prese dal Consiglio. Non entro invece nel merito della legittimità morale: per quello che mi riguarda non giudico quella degli altri e pretendo che si faccia altrettanto con me. Ho però notato che, quando mancano gli altri argomenti, ci si appella alle categorie filosofiche: è un esercizio che suscita sempre sospetti. Per quello che riguarda la composizione del Consiglio (nominato dal Ministero), non è nei poteri del Presidente di modificarne la composizione e dunque il Presidente non può, neanche volendo, assumersi responsabilità che non gli competono. Nello stesso tempo mi sono fatto carico fino in fondo delle esigenze della cosiddetta opposizione (trattandosi di livello istituzionale non è forse la parola giusta), come promesso, che considero fondate e che dovranno trovare una soddisfazione. Io stesso ho comunicato ai sindaci insoddisfatti la mia completa disponibilità ad ascoltarli per primi in via preferenziale ogni volta che lo riterranno opportuno e tale sincera disponibilità ho ribadito durante l’insediamento del Consiglio. Lo stesso Presidente Claudio Martini è sinceramente intenzionato, per quanto mi ha detto, a risolvere la questione. Vorrei poi che Martinenghi mettesse nel conto di ascoltare i suoi interlocutori quando gli rispondono e non di riportare in modo inesatto le cose. Come risulta chiaramente dai verbali delle sedute tecniche, il Parco non ha mai contestato la progettata sostituzione del cavo elettrico sottomarino da parte di Terna/Enel, né interviene in alcun modo preventivamente nell’istituzione dell’Area Marina Protetta che è di esclusiva competenza ministeriale e che prevede, comunque, una larga partecipazione degli amministratori locali" Interessante rilevare come il Presidente del PNAT ribadisca che la soluzione del caso relativo alla mancata presenza nel Direttivo dell'Ente Parco di un consigliere riconducibile alle amministrazioni locali di centrodestra, sia questione da risolvere all'interno dei soggetti territoriali che hanno combinato il pasticcio (e tra questi c'è pure la Regione). Tozzi ha ragione, è perfettamente inutile chiedergli di compiere atti autocratici ed illegittimi come agire sulla composizione di un organo giuridicamente perfetto, anche se politicamente ingiusto e sbagliato. La patata è rovente ma non va passata a lui. Ma il nuovo Presidente dovrà abituarsi a interloquire con persone un po' particolari come il sindaco piaggese e Der Komisar di Forza Italia, che hanno tra di loro delle divertenti identità, a parte l'essere di destra: sono entrambi dei "foresti" che si atteggiano ad elbani e pure campanilisti (cosa strana, non ci pare un titolo di merito particolare essere originari di un qualsiasi posto del mondo), odiano gli ambientalisti dal profondo del cuore, soprattutto quelli che "gli fanno le bucce" (controllano attentamente sul loro operato e sul loro dire sottolineandone gli errori), di ambiente in generale e ancor più di quello elbano sanno pochino, delle risposte degli interlocutori prendono solo le parti che pensino sostanzino i loro ragionamenti e vogliono sempre e comunque avere l'ultima parola. Così, attendendo la controreplica di Martinenghi che ha i tempi più lunghi, alla fine del pomeriggio arrivava quella di Bosi: Leggo la Sua risposta alla mia lettera che Le poneva il quesito se il signor Mazzantini fosse stato incaricato di svolgere funzione di portavoce di un ente pubblico qual è il Parco - quesito che si è posto dal momento che il Mazzantini interloquisce quasi quotidianamente con altri enti pubblici e con privati, perfino esprimendo pareri su pratiche edilizie in fase istruttoria. Prendo atto altresì della Sua precisazione, ovvero che non è portavoce e neppure addetto stampa del Pnat, bensì solo uno dei numerosi membri del direttivo, che in quanto tali sono investiti di particolari doveri connessi alle funzioni dell’ente. Non mi sfugge neppure, e apprezzo, la Sua puntualizzazione sul fatto che tale consigliere parli riferendosi al passato, ma mi pare evidente che, per il futuro, occorra affidarsi a chi ha la rappresentanza ufficiale dell’ente, anche per non sconfinare in una “babele” di linguaggi. Ciò a maggior ragione quando si usano toni non consoni alla dialettica istituzionali. Del resto i dibattiti senza regole sono perniciosi al prestigio e alla credibilità delle istituzioni. Le ho posto una questione di metodo che non credo secondaria per un proficuo rapporto fra noi, che Le assicuro essere nelle mie più ferme determinazioni. Spero adesso di non dover leggere domattina un nuovo commento del Suo consigliere su questo nostro scambio epistolare. Nell'attesa di poterLa presto incontrare, Le rinnovo i più cordiali saluti. Un'originale interpretazione, quella della vittima insolentita (ma arrogante) tutta impegnata a far dimenticare che la querelle nasceva proprio dalla goffaggine istituzionale di un assessore che si permetteva di scrivere al Parco (vorremmo vedere una eventuale risposta ufficiale a quella lettera) ed in toni non proprio concilianti delle evidenti sciocchezze. Speriamo solo che Bosi non deleghi lo stesso Baleni a mettere ordine nella "Babele di linguaggi" che paventa altrimenti ci sarebbe di che essere preoccupati. Ma crediamo che il Sindaco di "gaffe" ne abbia compiuta pure una in proprio in un passo della sua lettera a Tozzi, cioè laddove prende atto che Mazzantini ".... non è portavoce e neppure addetto stampa del Pnat, bensì solo uno dei numerosi membri del direttivo..". Saranno felicissimi immaginiamo i "numerosi consiglieri" nominati dal popolo sia pure in forma indiretta (gli amministratori) o nominati da Atenei, da Ministri della Repubblica per le loro competenze ambientali, a sentirsi porre in subordine ad un'addetto stampa circa la loro autorevolezza ad intervenire su questioni che riguardano il Parco; un portavoce o un addetto stampa, cioè un tecnico della comunicazione che il capo di turno può assumere anche senza concorso a sua discrezionalità, tra chi gli sta simpatico o magari gli è più affine. E, come è possibile accettare la "imbavagliante chiusa" "...spero ancora di non dover leggere domattina un nuovo commento del suo consigliere etc. ..."? Questo il sindaco di Rio Marina potrebbe permettersi di scriverlo forse solo in una comunicazione privata tra lui e Tozzi. Quando si decide di partecipare alla stampa una comunicazione (e lo si fa evidentemente per essere "amplificati" presso cittadini ed elettori) si accetta di esporre le proprie considerazioni alla valutazione ed alle critiche, non solo dei consiglieri dell'Ente Parco (che possono dire, assumendosi la responsabilità di quello che dicono, quello che vogliono) ma di qualsiasi cittadino. Lo dice la consuetudine democratica, lo ribadisce solennemente la Costituzione della Repubblica, che è probabile resti in vigore anche tra la Chiusa e Cavo, nonostante i plebiscitari consensi bosiani, nonostante si faccia fatica a volte a capire chi e come intepreta il ruolo della opposizione in quel paese.


mario tozzi geologo

mario tozzi geologo