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Continua la "battaglia della strada del Monte Lentisco"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 14 marzo 2007

Potremmo forse chiamarla "la battaglia del Monte Lentisco" e stavolta i giochi di guerra non c'entrano per niente. L'assessore cavese dopo la sua poco prudente esternazione sulla strada di Monte Lentisco in forma di lettera al Parco (partecipata però ai giornali) e dopo che Umberto Mazzantini gli aveva risposto consigliandogli di documentarsi prima di chiedere al Parco (in toni assai impropri) di occuparsi di cose di competenza del suo stesso Ente, ha cambiato registro facendo pervenire agli organi di informazione la seguente nota: Mi ha sinceramente sorpreso, la reazione aggressiva e gratuita del portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano, anche perché è evidente a tutti che nella mia iniziativa per il monte Lentisco non c’era alcun intento critico, e nessuno scaricabarile ai danni del Parco. L’ente è stato coinvolto dal comune in una richiesta indirizzata anche alla Comunità Montana, per sollecitare, su un’area di pregio naturalistico, un intervento concertato e capace di assicurare un efficace svolgimento del servizio anti-incendio, nonché una sistemazione delle aree di sosta realizzate dal Parco lungo la provinciale. Forse il signor Mazzantini non approva il mio impegno in una compagine civica che ha riscosso un consenso trasversale su un programma di buona amministrazione per le comunità di Rio Marina e Cavo, e che - non dovrebbe sfuggirgli - ha realizzato opere di recupero ambientale di portata storica, su aree lasciate per decenni al degrado e all’abbandono. Ci sarebbe da chiedersi in che modo quegli apprezzamenti di natura puramente politica - per giunta tanto aggressivi - si concilino con la militanza ambientalista. Faccio rilevare al portavoce di Legambiente che il mio percorso amministrativo, animato da spirito di servizio, è stato sancito da un voto popolare. Non rappresento un’associazione, ma un’amministrazione pubblica. E il Parco non ha alcun bisogno della difesa di Mazzantini nei miei confronti. Ho già avuto modo di conoscere il presidente del Parco, Tozzi, e di rivolgergli anche nome dell’amministrazione un invito a visitare questo territorio, dall’enorme interesse geologico, ambientale e storico, e dai persistenti problemi che possiamo affrontare e risolvere con chi dimostra una disponibilità alla collaborazione, che va oltre certe incomprensibili faziosità. L'ambientalista marinese tirato in ballo dall'intervento dell'amministratore replicava punto per punto alle nuove affermazioni di Baleni con una dichiarazione giunta in serata ad Elbareport nel cui testo si poteva leggere: Sono sorpreso della sorpresa. - Se l’assessore Baleni avesse voluto sollevare la questione nei termini di una normale e corretta richiesta di collaborazione tra istituzioni come (ora) afferma, avrebbe dovuto per iniziare evitare di rivolgersi agli organi d’informazione, soprattutto non avrebbe dovuto usare quel tono critico ed un pelo arrogante che, dopo aver toccato con mano il suo non sapere, si è rimangiato facendo l’offeso; - L’assessore Baleni tenga conto che chi gli ha risposto è membro del Direttivo del Parco, carica che lo abilita a prendere le difese dell’Ente, specie quando è sottoposto a grossolani, gratuiti ed infondati attacchi da parte di chi dovrebbe, rappresentando un’istituzione, avere una maggior senso delle istituzioni. - L’assessore Baleni fa politica per scelta e non per una prescrizione medica, si abitui a rispondere del suo operato e a tenere conto delle critiche che in democrazia tutti (soggetti politici, associazioni, semplici cittadini) hanno il diritto di formulare, se non se la sente cambi mestiere. - L’assessore Baleni, cita i grandi investimenti fatti a Rio Marina nel campo del risanamento ambientale nella scorsa legislatura, quand’egli era consigliere d’opposizione, non c’entra un piffero con la strada di Monte Lentisco (di cui l’assessore non ci ha ancora comunicato l’effettiva proprietà, ergo a chi compete la sistemazione), sappia comunque che ne sono perfettamente a conoscenza, visto anche che una parte cospicua di quei finanziamenti è stata erogata in virtù della presenza del Parco Nazionale all’Elba. - L’amico assessore Baleni, quanto poi alla supposta faziosità, sappia che le critiche a lui rivolte per le sue estemporanee affermazioni, non hanno niente a che vedere con la faziosità. Rappresentano semplicemente un invito (a lui come ad ogni altro politico e/o amministratore) a documentarsi prima di comunicare ai giornali evidenti castronerie dal sen fuggite. - Lo invito a porre fine ad una polemica deleteria (soprattutto per lui) perché non provo alcun piacere nel vedere degli eletti dal popolo (che in quanto tali non sono comunque Unti del Signore e non godono di franchigia) parlare di Parco ed ambiente senza cognizione di causa. Caso chiuso? Ma neanche per sogno, nella stessa serata ci arrivava un'altra nota, stavolta dell'onorevole Bosi in persona, il quale ha una consolidata tendenza ad inquietarsi laddove si ragioni di Legambiente, e che neanche in questa occasione si smentiva. Bosi interveniva a favore del suo assessore con una "lettera al Presidente del Parco", ed ai giornali, nella quale tentava di minimizzare la gaffe compiuta dal suo amministratore, e contemporaneamente di delegittimare il reo di lesa balenità ad aprir bocca: Egregio presidente, leggo più volte sugli organi di informazione dichiarazioni del signor Umberto Mazzantini, il quale si rende molto attivo nell’illustrare e spiegare posizioni e iniziative possibili del Parco Nazionale dell’Arcipelago. Addirittura, nei giorni scorsi, egli ha insolentito - con gratuite accuse di trasformismo - un assessore della mia giunta, colpevole di aver segnalato anche all’ente Parco l’opportunità di un intervento su una strada inserita in un’area di pregio paesaggistico naturalistico interna al perimetro del Parco. In relazione a quanto precede, Lei sarei grato se volesse farmi sapere se tale signor Mazzantini, membro del Consiglio direttivo del Pnat, ha ricevuto specifica delega di portavoce dell’ente, o se arbitrariamente vi si soprammette. Credo non Le sfuggirà l’importanza di questa esigenza di chiarimento, e ciò per diversi motivi, non ultimo lo stile e l’approccio alle questioni, che non sono consoni a quelli propri di un portavoce che si rapporti ad altri livelli istituzionali, ai quali è dovuto il rispetto che normalmente presiede alle relazioni fra gli enti pubblici e i loro rappresentanti. Ma al di là delle acrobazie del sindaco piaggese i fatti restano quelli che sono. L'assessore Baleni ha trasformato quella che poteva essere liquidata come una "libera chiacchiera da bar" in un atto ufficiale del Comune di Rio Marina. Lo ha fatto usando un tono molto perentorio e rendendolo pubblico, con ciò dimostrando non solo di non avere alcuna contezza della materia di cui trattava, ma anche molta imprudenza istituzionale. Imprudente è pure l'uscita di Bosi: perchè nel tentativo di mettere una toppa all'evidentissimo errore compiuto da persona a cui ha affidato deleghe delle sue competenza, in luogo di "tirare le orecchie" a chi secondo noi ha esposto al ridicolo l'amministrazione comunale, fa la usuale "voce grossa" contro gli "insolenti" ambientalisti, ed allo stesso tempo (un film già replicato) rilancia e svia, ponendo a Tozzi domande retoriche tese a dimostrare l'inutile. E' infatti risaputo ed ovvio che Mazzantini non sia il Portavoce dell'Ente Parco (forse sarebbe un utilizzo un po' riduttivo), così come è altrettanto ovvio che un membro del Direttivo dell'Ente Parco (peraltro consigliere nazionale di una importante associazione ambientalista) abbia tutti i titoli per contestare le esternazioni di un amministratore dimostratosi piuttosto ignaro delle competenze del suo stesso ente. Di più, quanto ha scritto Mazzantini (e pure di peggio) poteva essere notato ed esternato da qualsiasi normale "laico" cittadino, che si fosse preso la briga di consultare un testo pure "ad usum delphini" (o ad uso di altri cetacei) delle normative vigenti in materia, deducendone che non è compito del Parco assicurare la transitabilità di una strada di cui non è proprietario. Si fossero taciuti, delegante e delegato, memori dell'antico adagio secondo il quale c'è materia che più viene pestata meno buon odore emette, la querelle sarebbe andata dove meritava: nel dimenticatoio, nel giro di qualche ora. Continuando così la notizia della patente "figuretta" rimediata da Baleni nell'occasione, non potrà altro che diffondersi ulteriormente. E rischia davvero di creare un "caso" iastituzionale.


mazzantini umberto

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bosi fascia

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Foto baleni stretta

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