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A Sciambere del Parco e della soluzione "fantasy-scientifica"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 08 marzo 2007

Egregio Direttore, la polemica con Tozzi per Martinenghi è come un miracolo che scende dal cielo e ci resterà attaccato all'infinito come un catarullo (geco o tarantola per i milanesi di Fetovaia), e forse il naturalista col picozzino non se lo stacca di dosso perché ha paura di stincare un simpatico animale in via d'estinzione. Ma qualcosa non quadra. Tozzi si è impegnato a far presente a Martini (quello di Firenze non quello di Marciana Marina) che il centro-sinistra s'è preso tutti e 5 i membri del Direttivo del Parco nominati dai Comuni, Martini, che già lo sapeva perché è dentro la comunità del Parco che ha fatto il pasticcio, ha detto: "ma non mi dire! Vediamo di sistemà sta' cosa", e Martineghi è andato in brodo di giuggiole. Il problema è che la cosa è insistemabile, o meglio si può sistemare solo con una dimissione, o con una dimissione, oppure con una dimissione. Però bisogna trovare un dimissionario o uno da dimissionare. Ci spieghiamo: se si vuole mettere un sindaco di centro-destra nel Direttivo del Parco bisogna che si dimetta uno dei cinque eletti dalla Comunità del Parco, cioè: Catalina Schezzini (che vuole fare il vicepresidente, Milena Briano (che invece vuole fare la vicepresidente), Pietro Paolo D'Errico (idem con patate), Stefano Feri (che dal Giglio dovrebbe muoversi a compassione per far entrare nel direttivo un elbano) e Luigi Pieri che è lì per garantire le folte truppe dello Sdi elbano senza di cui l'isola affonderebbe come barca senza leggero. Uno di questi bisognerebbe si facesse da parte per far spazio o a Giovanni Martini, sindaco di Marciana Marina che non potrà ripresentarsi alle elezioni a maggio e che quindi passerebbe dal Direttivo per fare un breve saluto (e ci è già passato per diversi anni all'epoca di Tanelli senza lasciare ricordo alcuno); oppure il Sindaco di Porto Azzurro Papi, così autarchico che quando passa Mola tira fuori il passaporto e che comunque si dovrà presentare alle elezioni per essere rieletto; o un esponente della Cdl riese, forse si ripiegherà tra uno dei consiglieri comunali che stanno amorevolmente assistendo la raccolta di firme contro il parco, visto che Bosi è troppo impegnato e comunque di parco ha dimostrato autorevolmente di non capirci una mazza. Chi mollerà tra i cinque? Nessuno, e questo lo sanno tutti. Rimane allora la soluzione ministeriale: Pecoraro Scanio fa dimettere uno dei due verdi nominati da lui, oppure De Castro fa dimettere il Ds Ginanneschi, ed a quel posto ci si mette un esperto di ambiente e parchi, soluzione che esclude i sindaci (sennò allora è esperto anche il mi' gatto) ed apre le porte all'unico "esperto" della destra disponibile su piazza: Barbetti che almeno ha fatto il commissario 5 anni (ma tutto sto ambaradan è successo proprio perché non ce lo volevano) o magari all'autoespertizzato Martinenghi che ha dimostrato tutto il suo valore dopo essere stato ripassato come un tappetino da Legambiente e zone collegate. Ci sono poi le soluzioni "fantasy e scientifica". Quella fantasy è che le associazioni ambientaliste nazionali, impietosite dai lamenti della Cdl elbana chiedano a Umberto Mazzantini o a Marida Bessi di farsi da parte perché un so' boni, poi scrivano una lettera a Pecoraro indicando come ambientalista di loro fiducia uno a scelta tra: Martini (Giovanni), Bosi, Papi, Martinenghi, Barbetti, Bensa, La Nera, Bertucci, Pesce, Gallitto ed elbaduemilo. Quella scientifica è che si faccia da parte le biologa dell'università di Siena (quello dell'università di Pisa è già di centro-destra), che forse non sa nemmeno di essere considerata una pericolosa estremista rossa sotto il controllo di Totanino, per far posto ad un sindaco Cdl nominato da una di queste università a scelta: Siena, Pisa e Firenze, la proposta la farà direttamente Martinenghi ai senati accademici riuniti in seduta plenaria, poi all'eletto verrà conferita una laurea disonoris causa per farlo passare per scienziato. Tiro Fisso 4 Lei è un incosciente e un sadico, il Divino Marchese al suo confronto è Papa Giovanni XXIII°. Tutto quello che ha scritto è condivisibile parola per parola, ma c'era proprio bisogno di scriverlo? Lei lo sa cosa succederà ora vero? Succederà che Martinenghi ci manderà in risposta un proclama, Mazzantini lo contesterà con un editto, Martinenghi controreplichirà con un tomo ... e vià così. Ci siamo appena rimessi dalla prima martinengheide, ancora convalescenti abbiamo sopportato quella insopportabile pippa della querelle coi calabroni di colllina e con le vespe di montagna, e lei ci ritrascina in un'altra disfida di burletta che minaccia di essere letale per l'incommensurabile rompimento di zibidei che provocherà alla redazione ed ai lettori tutti! Si vergogni se può!


Geco  tarantola

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