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Sotto sequestro giudiziario il grande sbancamento nei pressi di Capo d'Arco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 18 febbraio 2007

E' stata posta sotto sequestro dal Corpo Forestale dello Stato l'area interessata dalla segnalazione che 13 dicembre 2006 Legambiente Arcipelago Toscano aveva inviato al Sindaco di Rio Marina, alla Regione Toscana ed al CFS perché lungo la strada per Capo d'Arco, circa 50 metri prima del cancello di accesso al comprensorio privato, in prossimità della località detta Casa Carpini, sul lato destro, a valle è stata aperta una strada per scendere verso un rudere. Il cartello del sequestro recita: "Lavori abusivi sottoposti a sequestro di polizia giudiziaria è fatto tassativo divieto a chiunque di immettersi all'interno dell'area del cantiere sottoposto a sequestro, appositamente recintato". Al momento delle segnalazioni di Legambiente qualcuno si affrettò a minimizzare e a dire che era tutto a posto, evidentemente l'ufficiale di Polizia Giudiziari che ha effettuato il sequestro del cantiere la pensava diversamente. "I lavori - scriveva Legambiente - che sembrano aver avuto inizio dalla seconda metà di ottobre e sono terminati all'incirca un mese dopo, sono stati eseguiti da un grosso escavatore che si è catapultato in verticale per circa 8 metri per raggiungere la prima balza utile per cominciare lo scasso. La distanza, rispetto alla rete che segna l'ingresso della nuova strada e del cantiere, è di pochi metri più in alto. Lo sbancamento ha realizzato una strada con due secchi tornanti; per arginare la strada sono stati innalzati riporti di terra, scavata in parte e a quanto pare trasportata da altri luoghi in maggiore quantità. Infatti, per innalzare il percorso al piano di calpestio della strada per il compendio di Capo d'Arco, è stata letteralmente riempita la parte di interesse della valle, con materiale incoerente, nel quale si rilevano anche tracce di inerti. Il fronte dello sbancamento arriva quasi a 100 metri, per un movimento complessivo stimabile in poco meno di 2000 metri cubi di materiale, all'interno della valle del fosso tributario del fosso di Terranera, il tutto in un'area profondamente incisa dall'inizio di un corso d'acqua e scarpate con fortissima acclività e per questo inserita dalla Regione Toscana tra quelle soggette a misure cautelari per il rischio idraulico elevato in seguito agli avvenimenti alluvionali del 4 settembre 2002. La profondità totale dello scavo, dalla strada al piano di campagna del rudere, supera i 40 metri. La distanza dalla strada supera i 200 metri. Da quanto in nostra conoscenza, sembrerebbe che attualmente i lavori siano fermi perché il proprietario avrebbe chiesto una variante da ristrutturazione ed ampliamento a demolizione e ricostruzione, ipotesi che sarebbe confermata dalla realizzazione di una platea sul piano di campagna del rudere, innalzata di circa 120 cm, rispetto al piano di calpestio del precedente manufatto e spostata più lontano dal fondo della valle e dal fosso. Non risultano in atto opere di messa in sicurezza e di regimazione e del fosso e dello scavo (per scavi superiori a 2 metri sono obbligatorie le recinzioni di protezione), ad una prima valutazione la scarpata realizzata attraverso escavazione dietro la casa sembrerebbe superare gli 8 metri". Legambiente chiedeva al Comune, alla Regione e alla Forestale di chiarire: "Se quanto realizzato ed in via di realizzazione è conforme alle concessioni rilasciate e agli strumenti urbanistici del Comune di Rio Marina; Se quanto realizzato ed in via di realizzazione è conforme ai vincoli ambientali e paesaggistici ricadenti sulla zona; Se e come le opere realizzate ed in via di realizzazione hanno interferito con la vegetazione esistente, in particolare con la macchia mediterranea e se quanto realizzato sia conforme alle autorizzazioni attinenti; Se quanto realizzato ed in via di realizzazione sia conforme alla presenza di un'area compresa dalla Regione Toscana in quelle a rischio idraulico elevato in seguito agli avvenimeni alluvionali del 4 settembre 2002 e quali opere di messa in sicurezza dal rischio idraulico siano state realizzate per consentire ampliamenti, escavazioni ed innalzamenti di platee terrose ed eventuali ampliamenti del fabbricato".


sequestro abuso capo darco 2007 1

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sequestro abuso capo darco 2007 2

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sequestro abuso capo darco 2007 3

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