Torna indietro

A Sciambere delle Foibe e dei Repubblichini

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 11 febbraio 2007

Non vorrei sbagliarmi, ma non ho trovato sul vostro giornale un seppur piccolo ricordo delle foibe, evidentemente i migliaia di morti ITALIANI delle foibe non meritano di essere ricordati, COMPLIMENTI! (ad ogni modo spero di essermi sbagliato e che un articolo ci sia e che io non lo abbia visto) (Dalla e-mail Decima06 .....) Sì, si è sbagliato, e si sarebbe sbagliato comunque, perché gli eventi commemorativi più o meno diffusi influenzano la presenza o la non presenza sulle nostre pagine elettroniche di brani di storia, ma quello che pensiamo circa la violenza in linea generale, la volontaria soppressione di una vita umana sia per faida che per sentenza, non varia a seconda di quello che pubblichiamo. Non abbiamo (ci pare) mai parlato nello specifico, zampettando in qua e in là nella storia, delle Fosse Ardeatine, delle pulizie etniche nei Balcani, del massacro di inermi civili bruciati dal fosforo a Fallujia o del bombardamento di Guernica. Non per questo proviamo minore disgusto verso i delatori fascisti che consegnarono a Kappler le sue vittime (c'era pure un elbano), verso gli assassini e gli stupratori benedetti da Milosevic, verso i finti liberatori americani che hanno precipitato una nazione in una sanguinosa guerra civile e per conto loro mandano arrosto donne e bambini irakeni in nome della libertà (di schiantare), verso i nazisti che "testavano" i loro Messershmidt uccidendo la gente di Spagna. E si è sbagliato pure nel non firmare il suo breve scritto, quando si parla di cose serie e si formulano critiche le donne e gli uomini veri si presentano con il proprio nome e con la propria faccia. Ma si è soprattutto sbagliato a tradirsi titolando la sua mail "Decima" che nel linguaggio dei nostalgici come lei è una sorta di macabro inneggiare alla "Decima Mas", una formazione che si distinse collaborando con i nazisti o agendo in proprio in una infinità di stragi di patrioti e di innocenti dal 1943 al 1945, non esitando (è storicamente comprovato) ad indossare le stesse divise delle SS. Un inno a quelli che ammazzavano sorelle e fratelli italiani cantando allegramente: "Noi siamo fedeli a Borghese - Abbasso la casa Savoia - Noi siamo dei figli di troia - Noi siamo la Decima Mas". Un inno a dei criminali che hanno allungato i loro viscidi tentacoli anche nella storia repubblicana, mitragliando, insieme alla banda Giuliano, la folla che festeggiava il 1° Maggio a Portella delle Ginestre, spappolando le carni dei Carabinieri fatti saltare in aria a Peteano, inquinando la democrazia, architettando pure un colpo di stato. Con che muso si presenta a criticare, a sindacare sulla genuinità dei nostri convincimenti antistragisti (chiunque le compia le stragi) un patente ammiratore di Junio Valerio Borghese? Si vergogni prego.


partigiano impiccato

partigiano impiccato