In vista della stagione estiva riparte la discussione intorno alla posidonia piaggiata ed i Verdi toscani rivendicano di aver fatto emergere i problemi legati alla gestione di questa pianta marina già nel 2004, durante la conferenza regionale sull´ambiente marino e costiero tenutasi a Portoferraio. «Tale impegno – si legge in una nota del Sole che ride - si è concretizzato con la realizzazione di un primo tavolo-tecnico istituzionale, tenutosi presso la provincia di Livorno», al quale hanno partecipato tutte le parti interessate sia da un punto di vista economico-sanitario, sia da un punto di vista ambientale. Da quel primo incontro era «emersa la necessità di individuare delle modalità di gestione della Posidonia oceanica durante l´intero ciclo vitale della pianta, a partire dalla salvaguardia delle praterie sommerse alla valorizzazione del ruolo ecologico delle "banquettes" depositate lungo il litorale». Uno dei punti più difficili da affrontare sembra il problema della rimozione delle "banquettes", che non sono molto gradite dai bagnanti, accumulate su spiagge di particolare interesse turistico e che i gestori degli stabilimenti balneari chiedono ai comuni di rimuovere. «La maggior parte delle Amministrazioni interviene con mezzi meccanici – spiegano i verdi - asportando la Posidonia insieme a notevoli quantitativi di sabbia e rifiuti solidi urbani, sostenendo costi notevoli per la successiva rimessa in discarica». Per questo nel 2005 la Capitaneria di porto di Livorno, ha presentato un quesito normativo al ministero dell´ambiente per l´avvio della sperimentazione delle soluzioni tecniche individuate, il ministero ha prospettato tre possibilità di gestione della Posidobia: «mantenimento in loco per valorizzare il ruolo ecologico e di naturale barriera contro l´erosione costiera; spostamento degli accumuli lontano dalla linea di battigia; rimozione permanente e trasferimento in discarica». Il tavolo tecnico ha preso atto della circolare ministeriale ed ha stabilito le linee guida per la corretta gestione della posidonia accumulata su spiagge di particolare rilevanza economica. Le linnee sono state approvate dal Consiglio provinciale di Livorno nel dicembre 2006, ed incluse nel "programma di interventi per la gestione integrata della Posidonia". «E´ stato effettuato anche uno studio – precisano i Verdi in risposta alle polemiche di questi giorni - per quantificare il fenomeno dello spiaggiamento su spiagge di particolare interesse turistico-economico presenti lungo le coste della Provincia di Livorno e sui quantitativi di sabbia presente nel materiale indifferenziato accumulato con mezzi meccanici e destinato in discarica». Dallo studio è emerso che gli spiaggiamenti davvero consistenti interessano soprattutto arenili di Rosignano Marittimo, San Vincenzo, Piombino, Portoferraio, Marciana e Campo nell´Elba e che i comuni continentali hanno già adottato soluzioni alternative al semplice conferimento in discarica. «Inoltre è emerso – spiega il Sole che ride - che la percentuale di sabbia calcolata in volume risulta irrisoria dal punto di vista dell´erosione costiera, mentre calcolata in peso rappresenta un notevole costo per la rimessa in discarica mentre la percentuale in volume di posidonia, materiale inorganico da non considerare rifiuto, rappresenta un notevole ingombro per le discariche ormai in esaurimento». E i Verdi concludono che tutto questo lungo periodo di studio e verifiche suggerisce «di mantenere le banquettes in loco sulle spiagge di valore naturalistico, mentre sulle spiagge di particolare interesse turistico è preferibile movimentarle all´interno della stessa spiaggia con mezzi meno invasivi rispetto alle ruspe, ad esempio posizionandole sul punto di massimo espansione dell´onda, in modo da facilitare di nuovo il trasporto a mare e di vagliare sempre il materiale da destinare in discarica». Da far notare che sulla questione della posidonia piaggiata anche Legambiente ha organizzato nel 2005 un convegno nazionale all´Elba dal quale è emerso che le foglie piaggiate della pianta marina, dopo un´opportuna vagliatura, potrebbero essere tranquillamente avviate alla produzione di compost di qualità. Su questo l´Associazione ambientalista e le regioni Toscana e Sardegna hanno richiesto al ministero dell´ambiente una modifica normativa. greenreport.it
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