Gentile Associazione Legambiente, Preso atto del vostro comunicato stampa del 5 gennaio 2007, con riferimento alla vostra proposta di chiusura dei sentieri dell'Elba ai motociclisti, mi trovo a scrivervI. Innanzitutto mi presento: mi chiamo Davide Carlini sono residente all'Isola D'Elba nel comune di Marina di Campo, lavoro per un nota Azienda Elbana di rilievo, Locman s.p.a. Sono un appassionato motociclista e pratico il fuoristrada con coscienzioso rispetto per l'ambiente e per le persone che abitano e vivono nel territorio Elbano. La mia è una richiesta di dialogo tra tutti noi, unito da un unico scopo: la salvaguardia del territorio e il rispetto della natura. Vogliamo continuare a vivere a contatto con essa, avvicinandoci magari con mezzi differenti, ma non per questo giusti o sbagliati. Vorrei che le mie parole fossero ascoltate come se parlasse uno di Voi e non vorrei sentirmi "diverso" perché oltre a percorrere i sentieri e le mulattiere a piedi, come spesso faccio, li ripercorro anche con una moto. Purtroppo i motociclisti sono spesso etichettati come "barbari usurpatori" che disturbano e distruggono, in verità non è sempre vero, molti di noi, ripeto, hanno a cuore le stesse cose che avete Voi e lottiamo per avere un futuro con le Vostre stesse aspettative. In questi ultimi giorni ho avuto modo di parlare con altri amici motociclisti, siamo rimasti esterrefatti dai provvedimenti del Comune di Rio nell'Elba, dove è stata dichiarata la chiusura totale di tutte le strade e sentieri del Comune interessato. Pensiamo che i divieti per le persone residenti siano una grossa privazione della libertà già di per se limitata naturalmente a poche centinaia di Chilometri quadrati. Crediamo che sia necessaria una regolamentazione che consenta di mantenere la libertà entro certi termini e per questo Vi chiediamo di unire tutte le idee per continuare a coesistere in armonia. La prima cosa che mi viene in mente è di diminuire la circolazione dei mezzi motorizzati mantenendo i divieti ai *non residenti* i quali scoraggiati da un simile provvedimento non avranno modo di continuare le loro "incursioni" in territori che spesso non conoscono, ignorando le problematiche. Estendere il divieto anche a noi Elbani sarebbe discriminante, come dicevo sopra, proprio per l'impossibilità che abbiamo di andare altrove, fuori dai confini dell'isola. I praticanti del fuoristrada in moto all'Elba sono poche decine di persone, credo che in tutto non si arrivi a 50 su tutto il territorio, se poi si pensa all' impossibilità di incontrarsi tutti contemporaneamente, scoprirete che le cosiddette "girate" si limitano a pochissime moto alla settimana concentrate per lo più la domenica. Un numero insignificante, incapace di creare alcun danno a nessuno. Diverso è il discorso dei turisti, una cosa importante è prendere provvedimenti verso quelle organizzazioni , le quali con la scusa del turismo fuori stagione portano decine di clienti anche stranieri sull'isola e che accompagnano in numerose "girate" fuoristrada, spesso in numero di partecipanti sostenuto. Ci sono tante ragioni per le quali sarebbe opportuno un maggiore dialogo tra la popolazione locale. Personalmente mi sono sempre impegnato a mantenere una line a di condotta seria e intelligente e sono disposto a collaborare con tutti per potere continuare a vivere come uomo libero e come motociclista. Sono in grado di poter dare indicazioni e informazioni inerenti l'attività motociclistica sull'Elba, ho mezzi e conoscenze per potere essere utile a qualunque iniziativa Voi vogliate intraprendere. Davide Carlini Ecco la risposta di Legambiente Arcipelago Toscano: Gentile signor Carlini, anche noi pensiamo che si possa raggiungere un accordo su soluzioni improntate al consenso ad al rispetto dell'ambiente, siamo perciò disponibili ad un incontro per definire, anche sulla base della lista percorsi da interdire proposti dal Viceprefetto Dottor D'attilio ai comuni elbani e da quanto previsto dalle normative regionali e dalla legge 394/91, un progetto di uso di alcune strade "bianche" che possano essere utilizzate per l'esercizio dell'attività di enduro. Siamo pertanto disponibili ad incontrarci per definire percorsi e circuiti "sostenibili" e non invasivi dell'Area Protetta per attività di motocross responsabili, autorizzate, note ed autocontrollate, da sottoporre all'attenzione delle Amministrazioni comunali e delle forze dell'ordine. Legambiente
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