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WWF: Un cambiamento radicale nella conservazione della biodiversità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 27 dicembre 2006

Un cambiamento radicale nella gestione della fauna e degli habitat del nostro Paese, una riforma attesa da molti anni. Questo il giudizio molto positivo del WWF a commento degli articoli contenuti nella Finanziaria che prevedono per le Regioni un impegno deciso nella tutela dei siti della Rete Natura 2000 e il passaggio dell’INFS (Istituto nazionale di Fauna Selvatica) sotto il diretto coordinamento del Ministero dell’Ambiente. Si tratta di due cambiamenti epocali che possono diventare la base per una nuova strategia di conservazione, richiesti con insistenza dal WWF in questi mesi. Infatti, la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli richiedono l’individuazione dei siti, che costituiscono la Rete Natura 2000, preziosi per gli habitat che contengono e fondamentali per la flora e la fauna in pericolo. Adesso tocca la Ministero dell’Ambiente chiudere il cerchio, indicando criteri uniformi che le Regioni non potranno derogare: con la novità di oggi infatti viene ribadita l'importanza della Rete Natura 2000 attribuendo una responsabilità diretta nella gestione alle Regioni. Questo permetterà al Paese, finalmente, di uscire dalle numerose infrazioni alle due direttive che in questi hanno visto l’Italia tristemente protagonista, costretta a pagare milioni di euro per le multe inflitte dall’UE. Immediatamente, alle Regioni dovrà esser chiesto che siano redatti i piani di gestione delle aree SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) al fine di renderne la conservazione davvero efficace. Come secondo passo si dovrà prevedere la Valutazione d’Incidenza, lo strumento che determina gli impatti sugli ecosistemi, per ogni intervento e attività che possa potenzialmente entrare in conflitto con la presenza o la consistenza di specie animalie vegetali, nonché la presenza degli habitat. Non è di minore importanza la novità riguardante l’INFS, l’ente scientifico di riferimento che l’Italia ha per la gestione della fauna. La variazione votata ieri era uno degli obiettivi indicati nel processo Ecoregionale, a cui recentemente il Ministero dell’Ambiente ha aderito. Gli attuali 34 partner istituzionali, per molti mesi hanno sollecitato le istituzioni affinché questo istituto diventasse un riferimento reale per la gestione del patrimonio di biodiversità: coordinato direttamente dal Ministero dell’Ambiente adesso avrà la possibilità di essere reso strumento scientifico efficace per tutti. Nell’immediato, però, sarà necessario che i fondi siano sbloccati subito e l'istituto sia strutturato con le competenze e le risorse per assicurare il suo fondamentale ruolo di gestione e monitoraggio della fauna selvatica in Italia.


Le Prade Canne e giunchi

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