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La chitarra uzbeka

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 15 dicembre 2006

Amin, neostudente elbano venuto dal deserto, guarda incuriosito una cornamusa. “Guarda prof questa di mio paese”. In effetti c’è un cartello con scritto “Tunisia”. Ma che c’entrano le cornamuse con l’Africa? Amin spiega che si chiama “misuid” e viene suonata durante le feste, poi la prende e ci soffia dentro la nostalgia delle dune. Mario si è fidanzato con una specie di chitarra dell’Uzbekistan, è allungata, ha tre corde ed un suono triste, rimane tutto il tempo a suonarla seduto sugli scalini della sala. Vorrebbe sapere come si chiama ma le prof., che accompagnano la 2° A della scuola media alla mostra “L’altramusica” al centro De Laugier, sono sorprese quanto i ragazzi. Nella sala San Salvatore ci sono 400 strumenti, strani ed affascinanti, contorti e intarsiati, di legni odorosi, foderati di cuoio e pellicce. Un mondo lontano che rovescia musica addosso. Pensare che i ragazzi avevano salito controvoglia la scalinata Napoleone, quasi rimpiangendo di non essere rimasti sui banchi. “Ma che me ne frega della mostra!” erano stati gli incoraggianti commenti sussurrati alle insegnanti durante l’andata. Poi il capovolgimento, l’imponderabile, una piccola storia che sale su un altro binario. I ragazzi hanno preso confidenza con i mondi lontani, hanno soffiato, percosso, pizzicato, tamburellato, schiaffeggiato superfici, imparando in un’ora la lingua di tre continenti. Africa, Asia, America latina. Mario è indeciso se affidare la sua tristezza alla chitarra uzbeka o a quella peruviana, più corta ed ammiccante, provvista di un elegante astuccio. “Prof, quale le piace di più?” “Devi suonare quella che più ti assomiglia”. Sceglie l’austerità uzbeka, e intona un sottofondo alle interviste dei suoi compagni che parlano ai microfoni di Teletirreno. Poi durante il ritorno ha un solo pensiero: “Io voglio imparare a suonare, sono stato benissimo, era come se la chitarra parlasse per me”. Per le prof. è una tredicesima insperata, uno di quei giorni che ripagano le tensioni quotidiane. “Finalmente una mostra che parla” dichiara con soddisfazione il presidente della Cm Danilo Alessi. La mostra, gratuita, organizzata dalla Comunità Montana in collaborazione con il comune di Portoferraio e le associazioni Amref, Elba No Limits, Isola della Solidarietà e Capo di Buona Speranza è aperta fino al 6 gennaio, con orario 17-20 nei giorni feriali e 10-12- 17-20 nei giorni festivi. Per le scuole è possibile prendere appuntamenti. Lo spettacolo è garantito.


mostra strumenti 1 ragazza

mostra strumenti 1 ragazza

mostra strumenti 2 zampogna

mostra strumenti 2 zampogna