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A Sciambere: Farsa in atto pubblico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 14 maggio 2003

La necessità di chiudere l’edizione di ieri di Elbareport ci ha privato del piacere di assistere ad uno dei più divertenti spettacoli della stagione 2003, una farsa andata in scena alla Biscotteria intitolata: “La Commissione Urbanistica alle prese con le osservazioni al Regolamento Urbanistico del Comitato dei Cittadini Attivi”. La cronaca l'abbiamo proposta in apertura di giornale, usiamo questo spazio per tornarci sopra con qualche annotazione. Cominciamo col dire che nell’occasione il Comitato era rappresentato da una gentile pulzella, tal Elisabetta Tiberi, amiatina trapiantata sulle alture di Monte Tabari, cresciuta alla scuola giornalistica di una nota linguaccia locale, che forse i nostri amministratori hanno preso sottogamba, ma che assicuriamo essere ragazza tanto tosta e intelligente da potersi mettere tranquillamente sotto il culo (trad. surclassare) molti assessori e consiglieri (e taciamo per umana pietà dei lussuosi consulenti, che saranno anche tanto consulatori, ma visti i risultati sono poco consulanti). Non basti perché il comitato in questione (accusato a più riprese di tirare la volata al centrosinistra con le sue “strumentali” osservazioni) ha fatto scendere in campo come tecnico di fiducia un noto bolscevico l’Ingegner Stefano Provenzali, al confronto del quale il più noto fratello Poldino potrebbe essere rappresentato come un anarchico insurrezionalista. Per l’intera serata, ci dicono, l’espressione del Presidente della Commissione è stata quella di uno roso dall’amletico dubbio: “Ma ci so’ venuto o mi ci hanno mandato?” I momenti di più alta comicità sono stati quelli dei parziali accoglimenti delle osservazioni del Comitato: ad iniziare quelle sulla famosa strada strada di scorrimento con obbligo di catene per le salite e paracadute frenante per le discese “Testimoni di Geova – Picco delle Galline coi Freni – l’Inferno”. Di questa necessarissima arteria risultavano confermati solo due tronconi, e risultava priva di risposta la epocale domanda: “E allora che minchia di strada di scorrimento è?” Altro elemento di perfetta congruenza comunale lo si è notato all’accoglimento della osservazione sulla inopportunità di avere gli alberghi da un canto del comune e gli alloggi dei dipendenti degli alberghi dalla parte opposta, quando si è scoperto che il substrumento necessario era già stato affidato per il progetto ad un professionista due giorni prima che scadessero i termini per la presentazione delle osservazioni, con interrogativi a cascata: “Ora che minchia progetterà l’incaricato?” ed ancora “Chi lo pagherà?” Ma il clou dello spettacolo è stata la scoperta di una delle ragioni di non accoglimento di una osservazione nella quale si definivano “poco collaborativi” gli atteggiamenti del comitato. Non sappiamo a questo punto cosa significhi essere “collaborativi” dal punto di vista dei commissari, sospettiamo che sia però un invito ad attenersi ad una norma non urbanistica nota come “Legge di Bisenzio” a sua volta corollario della più nota “Legge del Menga” la cui formulazione si perde nella notte dei tempi, che impone non solo l’accettare di buon grado di essere, speriamo figuratamente, soggetti ad atti di sodomia, ma pure di fare silenzio, probabilmente per non disturbare il manovratore. Quel santuomo ascetico e perseguitato che risponde al nome di Cesare Previti ebbe a dire prima dell’ultimo turno elettorale con accenti di vera democrazia: “Non faremo prigionieri!” Avrebbe fatto meglio a dire “Non saremo prigionieri!” viste le ultime cronache. Ecco noi chiediamo di impegnarsi a non essere prigioniero di questo strumento urbanistico, chiunque a destra o a sinistra si candidi a governare Portoferraio. E’ opportuno che la nuova amministrazione non sia condizionato da questo Regolamento Urbanistico che a nostro avviso potrebbe essere ben colocato in un solo punto dell’Isola: al Buraccio, sempre che non lo si definisca, oltre che risibile, tossico e nocivo, caso nel quale andrebbe smaltito altrove. P.S. L'antico signore di cui abbiamo riprodotto il profilo risponde al nome di Attila. Abbiamo deciso di segnalarlo caldamente all'Amministrazione Comunale di Portoferraio nel caso rimanesse scoperto un posto di consulente, risulterebbe comunque meno devastante dei sui predecessori.


Attila

Attila