Guardare al futuro dei collegamenti marittimi di quest'isola richiede un momento di riflessione generale, senza esasperazioni ma soprattutto con uno sforzo di coesione essenziale per non essere domani disarmati di fronte alle problematiche di questo settore. La recente notizia dell'impossibilita` di sostituire l'Oglasa apre infatti una finestra sulla situazione di grave difficolta` di una societa` che oggi non puo` ne' guardare alla prospettiva, ne' tentare strade per sollevare i conti dalle pesanti ripercussioni degli incrementi dei costi che oggi fanno spesso dei trasporti marittimi il teatro di vere e proprie lotte per la sopravvivenza. Qui al destino delle compagnie si legano quello delle realta` occupazionali che esse hanno sino ad ora rappresentato e soprattutto quello del mantenimento dei livelli di servizio per chi come noi di trasporto indirettamente vive nel lavoro e nelle primarie esigenze di vita. La verita` e` quella di un settore non risparmiato dai tagli e dalla crisi generale ma anzi piegato dagli incrementi dei costi - in primis il carburante - e dalle minori entrate di quello che rimane sempre un bene rinunciabile in tempi in cui molti faticano a vivere: la vacanza. Se questo di per se' danneggia la nostra economia, non e` possibile ignorare che in tale quadro si gioca una partita vitale per i nostri servizi, i primi ad essere penalizzati come dimostra il caso dell'Oglasa in cui le aspettative dei cittadini e le iniziative della stessa dirigenza si sono arrese ai dati di bilancio sacrificando peraltro il versante orientale, come dire il valore di servizio che giustifica l'esistenza di una compagnia pubblica oggi e di un contributo pubblico domani. Fuori dalla polemiche storiche e sterili, non possiamo permetterci di perdere di vista il cuore del problema: il valore essenziale della continuita` territoriale che ha sempre piu' bisogno di trovare garanzie in operatori responsabili e politici in grado di considerarla una priorita` per la popolazione elbana.
Paola Mancuso