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VERBALE SU “LA GESTIONE DEI RIFIUTI”, SEMINARIO DEL 7/5/2003 NELL’AMBITO DEL PROGETTO “ORGANIZZAZIONE DEL RISPETTO DELLA VITA ED ECOTURISMO”

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 13 maggio 2003

Il Dr. Santoro ha introdotto il tema ricordando che - una risposta eccellente al problema non può che essere integrata e complessa: le varie istituzioni debbono integrarsi con la cittadinanza all’interno della volontà ecologica espressa dalle leggi in vigore e nella ricerca delle soluzioni migliori che uniscano la sostenibilità alla tecnica, - si tratta, dunque, d’innescare un processo virtuoso che abbia come pilastri l’educazione alla consapevolezza e la riflessione sui costi, - la responsabilità delle istituzioni verso i cittadini è simile a quella dei genitori verso i figli: l’elaborazione di un discorso istituzionale coerente, non limitato al campo dei rifiuti, ma che abbia l’obiettivo di fare dell’Elba un luogo d’elaborazione di una cultura ecologica che si rifletta anche in altre scelte di rispetto (verso la natura, verso gli elbani, verso i turisti). La Dr. Antonella Grilli ha, quindi, esaminato i problemi della gestione dei rifiuti: - ha definito il superamento del concetto di rifiuto come “scarto” verso un concetto più complesso che comprende il “riutilizzo”, - ha parlato del “catalogo europeo dei rifiuti” come strumento per l’identificazione e la classificazione dei rifiuti, Ella ha, quindi, esaminato il Decreto Legislativo 22/97 (legge Ronchi), che - ha introdotto il concetto che lo smaltimento in discarica deve costituire esclusivamente la fase residuale della gestione dei rifiuti, - ha esplicitato il ruolo delle Autorità competenti nel processo della gestione integrata dei rifiuti, attraverso il contenimento del rifiuto prodotto, la raccolta differenziata, il recupero di materia o, se non è possibile, di energia, - ha definito le competenze politiche dello Stato e delle Regioni e le competenze amministrative della Regione, della Provincia, dei Comuni, - ha definito l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) come l’area vasta – identificata con la Provincia - al cui interno si realizza l’autosufficienza di smaltimento, si conseguono gli obiettivi di raccolta differenziata, di recupero e di trattamento dei rifiuti; il governo dell’ATO è esercitato dai Comuni (Comunità d’Ambito) secondo le forme ed i modi di cooperazione disciplinati dalla Legge regionale. E’ quindi passata ad esaminare gli obiettivi di riduzione dei rifiuti: - ognuno di noi produce mediamente 650 Kg/anno di rifiuti, circa 1,5 Kg al giorno; la riduzione della produzione procapite di rifiuto è uno degli obiettivi principali del Piano Regionale, - non debbono essere smaltiti in discarica i rifiuti verdi e le partite omogenee (olter il 75%) di frazioni riciclabili di rifiuto costituite da carte, plastiche, vetro e legno, - non deve essere conferita al servizio pubblico la raccolta d’imballaggi secondari (quelli funzionali all’esposizione o al trasporto del prodotto) e terziari (quelli usati per il solo trasporto-movimentazione delle merci) non differenziati, - deve essere fatta la raccolta differenziata dei beni durevoli, - devono essere minimizzati i rifiuti nel circuito della ristorazione collettiva, - devono essere minimizzati i rifiuti elettrici ed elettronici (toner esausti e cartucce, beni durevoli), - la raccolta degli imballaggi primari (quelli a contatto diretto con il prodotto e che costituiscono un rifiuto per il consumatore: carta e cartone, plastica, vetro, legno, metalli) è un anello fondamentale del riciclaggio, - i soggetti coinvolti – dal produttore al cittadino – debbono essere corresponsabilizzati, - il produttore ha una responsabilità nella prevenzione quantitativa (uso d’imballaggi meno voluminosi e pesanti; uso d’imballaggi riciclabili) e qualitativa (uso di materiali omogenei, con sistemi di marcatura e più facilmente riciclabili), - l’obiettivo della raccolta differenziata per il 2003 era per la legge Ronchi del 35%, per la Provincia di Livorno del 55%; la percentuale di raccolta differenziata di Residui Solidi Urbani nei Comuni elbani era del 6%. Ha, quindi, esaminato la funzionalità dell’impianto di trattamento del Braccio e dell’impianto di smaltimento di Literno ed il mancato rispetto delle indicazioni della Provincia, sia per quanto riguarda la tipologia dei rifiuti prodotti, sia per quanto riguarda la quantità dei rifiuti destinati allo smaltimento: - non è stata fatta la raccolta separata e distinta della frazione degli scarti alimentari (che costituiscono il 23% dei rifiuti), finiti nei rifiuti indifferenziati, - il gassificatore nei fatti non è funzionato. L’aggiornamento del Piano Provinciale che è in elaborazione in questi giorni diventa, pertanto, un atto di riflessione, di particolare pregnanza per l’Elba, da parte di tutti i soggetti coinvolti. L’articolo 12 della Legge Regionale 25 del 16/5/98, in particolare, permette tale riflessione allargata quando, - al comma 3, afferma: “Il piano adottato è inviato alla Regione e ai Comuni ed è depositato nella segreteria della Provincia e dei Comuni per sessanta giorni, durante i quali chiunque può prenderne visione e presentare osservazioni, che sono immediatamente comunicate alla provincia e al comitato per l’inchiesta pubblica se nominato”, - al comma 5, afferma: “La provincia promuove inchieste pubbliche nelle diverse aree del proprio territorio, tramite la convocazione di conferenze pubbliche, cui sono invitati, tramiti avvisi pubblici, i cittadini e le formazioni sociali, i quali possono presentare osservazioni e memorie”. Poiché l’Assessore Provinciale Marco Della Pina interverrà al prossimo seminario di questo progetto, che si terrà mercoledì 14 maggio, alle ore 15, presso il Salone della Provincia a Portoferraio, la redazione di questo verbale prosegue sintetizzando il dibattito, che è seguito all’esposizione della Dr. Grilli, in forma ordinata per argomenti ed in modo che siano espresse domande cui l’Assessore Della Pina potrà rispondere. 1) Il dibattito ha mostrato la volontà dei soggetti coinvolti di interrogarsi in modo complessivo, dalla produzione al riciclaggio, del percorso dei prodotti. 2) E’ stato evidenziato che la qualità dell’imballaggio coinvolge direttamente il produttore, ma che gli sforzi, per la verità scoordinati, da parte di cittadini, associazioni ecologiste, associazioni di consumatori ed istituzioni (ad esempio, l’Associazione Nazionale Isole Minori) per modificare la qualità dell’imballaggio sono state superate dalle esigenze di marketing; è stato detto che “i rifiuti che nascono alla produzione come rifiuti vanno rifiutati”, che i prodotti vanno “sballati” e che la plastica non è riciclabile, a meno che non la si bruci producendo inquinamento e diossina; è stato, infine, evidenziato che vi sono state nel nord iniziative, in collaborazione di grossi supermercati, che sono riuscite ad indirizzare la preferenza dei consumatori verso prodotti “sostenibili”. E’ compito della Provincia attivare nell’ambito dell’ATO queste iniziative? E qual è il ruolo dell’ATO rispetto alla competenza di Provincia e Comuni? 3) E’ stata rimarcata la differente sensibilità degli operatori turistici della montagna (ad esempio, Alto Adige) rispetto a quelli del mare: nei primi ci sarebbe l’induzione di una cultura del rispetto nel turista (che quasi si vergogna a lasciare i propri rifiuti nel posto visitato), mentre nei secondi c’è una disattenzione che induce “allo sbraco” (come se il mare dovesse inghiottire tutto). E’ stato anche detto che, se il compito dell’educazione al giusto consumo e riciclaggio dei turisti spetta agli albergatori, a chi tocca promuovere negli albergatori un adeguato livello d’attenzione? 4) E’ stato rimarcato che manca genericamente una cultura dell’ispezione e controllo. Un esempio di questo fenomeno è l’incuria delle navi o delle barche che scaricano direttamente in mare i rifiuti. Come obbligare la Capitaneria di Porto a maggiori controlli? 5) Un altro esempio di mancanza d’ispezione e controllo è proprio la gestione dei rifiuti svolta negli ultimi anni all’Elba. Come rendere la funzione d’ispezione e controllo più puntuale a tutti i livelli del processo di gestione dei rifiuti? 6) E’ stato affermato che la raccolta porta a porta è l’unica pratica che permette un reale e diretto coinvolgimento del consumatore. Solo in questo modo è possibile ottenere un prodotto residuo di qualità, perché viene stabilito un rapporto diretto tra i Comuni e chi consuma e può essere passato il messaggio: “se ricicli, risparmi tu e risparmia la comunità”. E’ stato anche detto che il riciclaggio porta a porta non è costoso, perché permette – una volta che il messaggio è passato e che la pratica del riciclaggio si è consolidata – il ritiro dei rifiuti già catalogati (a parte l’organico, per il quale occorre un intervento speciale) due volte alla settimana nei centri storici ed una volta alla settimana nelle campagne. E’ stato anche detto che i supermercati possono essere coinvolti nel riciclaggio fornendo buste della spesa di colore specifico a seconda del materiale da riciclare. Dov’è la verità? 7) E’ stato detto che l’obiettivo più urgente per contenere lo spreco è l’ottenimento del compost verde derivato dal riciclaggio degli scarti organici, che è logico favorire la diffusione nelle famiglie delle attrezzature per il compostaggio, che si possono attrezzare specifici punti di raccolta dell’organico in giardini o nelle campagne, che la raccolta dell’organico dai ristoratori e dalle istituzioni dotate di mensa (ospedale, carcere, scuole etc) permettebbe già di per sé una grossa contrazione del materiale da esaminare. E’ possibile un approccio complesso e differenziato al riciclaggio dell’organico e può l’ente pubblico agevolare il privato nel rifornirsi di attrezzatura per il compostaggio oppure ipotizzare iniziative per alcune fasce (agricoltori, ristoratori)? 8) E’ stato detto che particolarmente diseducativo è stato il tentativo fatto in questi anni d’insegnare nelle scuole elbane la pratica del riciclaggio, a fronte del fatto che si sapeva che, ad esempio, la carta riciclata sarebbe poi finita nella spazzatura comune e del fatto che a casa la modalità di gestire i rifiuti ed i messaggi dei genitori sconfessavano l’insegnamento della scuola. E’ possibile essere meno ipocriti? 9) All’Elba le discariche abusive, ad esempio quelle di materiale edile o quelle dovute al turismo di massa, sono un fenomeno particolarmente diffuso. Che cosa l’ente pubblico può fare? 10) La presenza di cotton-fiock e di cicche di sigaretta sulle nostre spiagge dimostra che le griglie delle condotte fognarie sono insufficienti. Si può agire su questo livello? 11) L’eutrofizzazione del mar Adriatico dimostra che il sistema mare, che sembra digerire tutto, in realtà non ha limiti infiniti. Ci sono livelli di attenzione tra le possibili relazioni rifiuti-eventi sentinella dell’omeostasi del sistema-mare? I metalli riscontrati a nord dell’isola d’Elba (cadmio, arsenico) possono essere relazionati a qualche evento collegato all’inquinamento? 12) Quali sono le possibilità di riciclaggio in loco del materiale raccolto nella differenziale elbana, oltre al materiale di rifacimento dei sentieri? 13) E’ stato detto che la Poseidonia, cioè l’alga che viene a morire sulle spiagge, è uno dei rifiuti che non deve essere portato in discarica (la sua salinità altera le caratteristiche del percolato), ma che deve essere immediatamente riciclata essendo uno dei rifiuti che può avere un riutilizzo in loco: può essere messa ai margini delle spiagge per contribuire a riformare la sabbia che è erosa dal mare; può essere utilizzata nel compostaggio (ma non conviene per la salinità); può essere ributtata in alto mare; può essere utilizzata per costruire i mattoni della bioedilizia o la carta. Qual è l’uso più giusto? E’ possibile ottenere finanziamenti nell’elaborazione di un progetto di riduzione della massa dei rifiuti attraverso il riutilizzo della Poseidonia? 14) E’ stato detto che il riciclaggio attuale all’isola d’Elba non è del 6%, come riferito dalla Dr. Grilli, ma che è del 21%. Dov’è il vero? 15) E’ stato detto che il mare decuplica i costi di trasporto ed è stato citato il fatto che fino a tre mesi fa c’era l’obbligo di usare solo una delle due compagnie di navigazione dall’Elba; quando anche l’altra ha potuto competere nell’offerta, i costi di trasporto si sono dimezzati. Ma è stato anche detto che l’incidenza del trasporto per nave non influenza significativamente il costo e che la tariffa unica all’interno dell’ATO permette “all’isola di non essere isolata” e compensa questi svantaggi spalmando i costi tra i vari Comuni dell’ATO e permettendo lo smaltimento di rifiuti che altrimenti sarebbero troppo onerosi. Dov’è il vero? 16) E’ stato evidenziato che il trasporto dei rifiuti dall’isola d’Elba è complicato dall’insularità: oltre al costo del trasporto effettivo, infatti, c’è un costo accessorio di trasporto indotto dalle certificazioni (ad esempio, la carta, che per il decreto Ronchi è un bene riciclato, diventa merce pericolosa nel trasporto marittimo, per cui per il pericolo d’incendio, il camion trasportatore deve essere distante da altri mezzi), mentre l’indennizzo è uguale sia per il rifiuto differenziato del Comune continentale che per quello del Comune isolano. E’ giusto e possibile introdurre correttivi? 17) E’ stato evidenziato che non esiste un sistema di navi “dedicate” adatte al trasporto dei rifiuti (l’Elba Prima è in grado di accogliere i camion comunemente usati nel trasporto di rifiuti solo in alcune zone sufficientemente alte, per cui il trasporto con tale nave diventa economicamente non conveniente). E così? C’è la possibilità d’introdurre correttivi, ad esempio con l’ANCIM, che preveda una linea di finanziamento?