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A Sciambere: l’Ordine della Giarrettiera

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 10 maggio 2003

Momentaneamente distratti dalle offese milanesi di quel tizio che ha ardito paragonare Sua Impunità l’Eccellentissimo Cavaliere alla nobile corporazione dei Giullari e/o Buffoni, abbiamo trascurato un notevole spunto per un “A Sciambere” che ci era stato servito su un piatto d’argento dalla cronaca locale. Trattiamo del torzolo sarchiopillottato (preso in castagna, anzi in castagnola) dai Carabinieri con dodici chiletti dodici di “botti” a bordo della macchina, e del compare compiccionato in area portuale a Portoferraio. Ma iniziando a scrivere ci siamo resi conto che tra le due vicende potrebbe esserci un filo di congiunzione, anche se i fatti sono ben differenti. Allora, affidato al capoliverese che si era rivolto al “corriede del raudo e del trick-track” il ruolo di violino di spalla, analizziamo il procedere del primo musico: il vaporino: Partiamo da un assunto: viaggiare con dodici chiletti di quella roba su una macchina così “alla bona” è già discretamente da fave lesse. Ma saputo che il nostro, al contrario di quanto pensavamo, non agiva per fede bianconera, in quanto noto sostenitore dell’Inter non abbiamo avuto dubbi. Un interista che si fa portare alle Sughere per foraggiare di botti la festa della Juventus è una acclarata fava lessa. E qui giunge il punto di congiunzione tra la vicenda berlusconiana e le traversie pirotecniche locali, non certo per avere un’altra opportunità di dare della emerita fava lessa al signor presidente del consiglio, (il Signore ce lo conservi almeno per un altro par d’ore)! “Honny soit qui mal y pense!” (sia vituperato chi ne pensa male) come recitava il motto dell’Ordine della Giarrettiera, che al contrario di quel che pensa l’Assessore non è l’albo professionale delle signore inclini al commercio del piacere. Lungi da noi un pensiero tanto irriverente! Il punto di contatto è che il Cavaliere ha serie intenzioni di riformare il nostro sistema giuridico dettando nuove norme che, per una mera casualità (solo dei bolscevichi possono pensarla diversamente) forse, può darsi, può essere anche che finiscano per favorire lui o i suoi amichetti (tutte personcine ammodo ovviamente). Ecco, visto che siamo in tempi di ripensamenti facciamo umilmente voti al Cavaliere ed a chi lo sostiene che i nuovi ordinamenti mettano fine ad una ingiustizia secolare. Il nostro codice prevede che per essere considerato direttamente punibile per un reato un cittadino debba essere “compos sui” nel possesso di capire quello che fa (così forse capisce pure il Consigliere). In ragione di questo principio le leggi prevededono diversi trattamenti per un cittadino dichiarato infermo o seminfermo di mente. Ma nessuna norma viene a lenire la pena per chi si trova nello stato di “fava lessa” che pure dovrebbe essere considerato almeno come attenuante! E poi, se ciò non riuscisse nell’immediato, il Cavaliere potrebbe inserire nel prossimo programma elettorale questa battaglia di civiltà: gia ci sembra di vedere la gigantografia con le foto del Cavaliere Maskarato di quindici anni e seicento capelli fa, e lo slogan: “Un impegno preciso: aiutiamo le fave lesse”.