I dodici firmatari dell'appello con cui abbiamo aperto questo numero di Elbareport sono mossi da nobili intenti, ma temiamo che se per tagliare le unghie alla mafia che opera all'Elba, dobbiamo attendere che si concretizzi il comune unico, allungheremo il collo in maniera tale che diventeremo tutti tacchini. Una mezza dozzina di volte (spesso imbarcandoci personalmente) abbiamo assistito al varo di un vascello che ci doveva portare, sulle rotte della logica, ad una amministrazione comunale ed otto municipi all'Isola d'Elba, ma nessuna di quelle barche ha mai toccato un porto, finché abbiamo maturato una convinzione: quella che una semplificazione istituzionale all'Elba non poteva prescidendere da una maturazione culturale dei suoi abitanti, un processo virtuoso da costruire nel tempo e progressivamente. Il ragionamento centrale dei firmatari, in soldoni: "la molteplicità dei punti decisionali rende l'Elba più permeabile alle infiltrazioni malavitose" è ineccepibile, ma c'è il problema dei tempi. Il comune unico è, comunque la si pensi, un obbiettivo per raggiungere il quale ci vorranno anni, il problema di cui trattiamo ha bisogno di essere affrontato non domani ma ieri. Questo perchè siamo convinti che il crimine organizzato opera già all'Elba, certo, senza sparare né chiedere il pizzo (non converrebbe), ma opera e come. Forse basterebbe molto meno del comune unico. C'è una costante nei reati associativi (mafiosi o meno) che sono stati contestati negli ultimi anni, e con i più eclatanti casi di violazione collettiva della legalità, tutti avevano molto a che vedere con le scelte di pianificazione urbanistica (si parlasse di edilizia, commercio, o altro) o comunque con interventi derivanti da quelle scelte. Siamo tra coloro che credono che l'uso del territorio (specie in un comprensorio di altissimo valore ambientale) dovrebbe essere "blindato" rispetto agli appetiti di chi, da solista o in criminosa orchestra, intende farne illecito uso. Per ottenere il risultato che i dodici apostoli si prefiggono forse basterebbe quindi spingere verso un processo di unificazione dei servizi dei diversi comuni partendo dalla armonizzazione degli strumenti urbanistici fino a giungere ad una gestione unica ed un controllo tecnico unico della materia all'Elba. Si tratterebbe insomma di seguire il solco tracciato dalla regione e andare pure (operativamente) oltre. Un processo difficile da realizzarsi, certo, ma molto meno di prospettiva rispetto alla unificazione comunale.
Ultima Cena