Giornate calde e luminose di estate tardiva. L’Elba fa questo regalo agli ultimi turisti, quelli che alle folle di agosto preferiscono rischiare l’autunno ed anche agli elbani, che non sempre ne approfittano. Un regalo di consolazione ai tanti lavoratori stagionali. “Per tutta l’estate non ho potuto passare una giornata intera con i miei bambini – lamenta una giovane mamma, commessa in un negozio di abbigliamento - Il negozio dove lavoravo part time era aperto anche nei giorni festivi e noi commesse non abbiamo mai fatto un riposo settimanale da giugno a settembre” “Ho lavorato anche le domeniche ed i festivi per guadagnare il più possibile – è una studentessa delle superiori che parla – ora (siamo a metà ottobre) faccio fatica a riprendere il ritmo della scuola” “Mio figlio di 17 anni – dice la mamma di uno studente – era a lavorare in un bar. Quando ho saputo che l’avevano mandato sul tetto a fare delle riparazioni, l’ho fatto licenziare” Voci raccolte per caso su una situazione che varrebbe la pena di esaminare più analiticamente, ma che chi vive all’Elba conosce benissimo. Il lavoro stagionale aumenta la ricchezza delle famiglie elbane, impiegando molti ragazzi e molte donne. I genitori dei giovani studenti (dalla terza superiore in poi lavorano quasi tutti) accettano di buon grado che i ragazzi lavorino d’estate, guadagnandosi il denaro per le loro spese voluttuarie, ritenendo che questo abbia un valore educativo. I ragazzi, dopo un’estate di lavoro, passano i primi mesi di scuola a riposarsi, incominciano ad entrare nei ritmi scolastici a dicembre, prima delle vacanze di Natale, a marzo si dedicano alle gite scolastiche, ad aprile e a maggio cercano di godersi il mare che non potranno godersi da giugno a settembre. Il loro modello diventa quello dei loro datori di lavoro che, lavorando quattro mesi all’anno, pur se rinunciando al mare locale, possono poi permettersi di godersi il mare tropicale nei mesi invernali. Tutti, ragazzi e giovani donne, contenti di mettersi qualche soldo in tasca, quasi grati ai generosi datori di lavoro che incrementano la busta paga con straordinari al nero, disposti per pochi soldi in più o per un malinteso senso di solidarietà aziendale a rinunciare a qualche sacrosanto diritto. Ma non concedere il giorno di riposo settimanale, far lavorare gli apprendisti in ore notturne, assegnare ad un giovanissimo lavoratore mansioni fuori dal suo contratto, pagare gli straordinari al nero non era illegale? Non ci dovrebbe essere un controllo su queste diffuse illegalità, un intervento dei sindacati, in difesa di questi lavoratori? E non è almeno immorale che gli imprenditori si arricchiscano togliendo il dovuto in termini di denaro e di diritti alle ragazze ed ai ragazzi che rappresentano il futuro dell’Elba?
cameriere