Caro Sergio, tempo fa, ricorderai, mi trovai impelagato in una polemica a distanza con un sedicente movimento politico che mi accusava di non meglio precisate lacune intellettive (praticamente mi davano del cretino) soltanto perché avevo osato criticare un loro intervento a proposito di un, secondo loro, accanimento giustizialista nei confronti di un ex consulente del comune di Portoferraio. Non sapendo, allora, chi si celasse dietro la sigla di quel movimento, né conoscendo la loro collocazione politica, sentii puzza di bruciato. La stessa puzza di bruciato che ho avvertito oggi leggendo il commento all’articolo di apertura del giornale, e grande è stata la sorpresa quando ho capito che lo scritto era opera tua, in quanto, a differenza dell’altra volta, so benissimo chi sei e, più o meno, dove ti collochi. Non entro nel merito della vicenda della camera iperbarica dell’ospedale di Portoferraio perché non ho la competenza necessaria né la conoscenza delle persone eventualmente coinvolte. So, per averlo letto su Elbareport, che alcune persone colpite da embolia sono state trasportate in elicottero sul continente in quanto non è stato possibile utilizzare la struttura locale. Punto. E questo lo trovo un fatto gravissimo (pensa se ci fosse scappato il morto). Perché parlare, quindi, di possibile giustizialismo sanitario, peraltro ancora là da venire? Se la magistratura, nella sua autonomia, riscontrerà gli estremi di eventuali reati, dovrà necessariamente intervenire, e questo indipendemente dal fatto che l’ospedale di Portoferraio, nel suo complesso, sia una struttura efficiente oppure no. Cosa pensi che potrebbe accadere di diverso? Con immutata stima Marcello Cimino Nulla; siamo d'accordo nella sostanza, Marcello, quindi era forse l'espressione ad essere forzata, cerco quindi di ripetere il concetto che forse per l'età e la stanchezza mi era venuto fuori un po' contorto. E' fuori di dubbio che Elbareport non faccia sconti, tanto è che il "caso Giuliani" che ha segnato un punto d'inizio di questa storia lo abbiamo per primi ospitato (e messo in bella evidenza) proprio noi, aggiungo inoltre (se ne ricorderanno i lettori con più memoria) che la questione della camera iperbarica, a fronte di un altro "caso" di un paio di anni fa ci vide protagonisti di una querelle con l'ASL, a dire il vero nell'occasione da soli. Ed all'ASL non abbiamo affatto risparmiato critiche in occasioni diverse e su diversi fronti. Credo però che converrai con me Marcello che la salute della gente è questione seria e delle cose serie si ragiona con la massima prudenza e serietà oltre che con gli strumenti di analisi tecnica commisurati. E per quanto ho capito e sperimentato in corpore molto vili (il mio) ho avuto modo di constatare che l'Elba non è servita da una sanità al completo sfascio, ma presenta un panorama molto vario con lacune (è vero) anche preoccupanti e gravissime che è giusto colmare ma pure con settori che offrono servizi buoni, se non molto buoni in rapporto anche a nosocomi che godono di una migliore letteratura. Il pericolo a cui facevo riferimento è che partendo da una sacrosanta incazzatura e/o da puntuali e circostanziate osservazioni per le cose che non vanno, ci sia chi non c'entra nulla ma (per un pugno di voti, per giustificare il suo esistere, o per altre meschine ragioni) si autoproclami "capo degli incazzati" e parta lancia in resta senza badare a chi va ad incicciare mi pare di aver usato il termine "masanielli" per chiarire ulteriormente chi e cosa temo: il ribellismo generico e chi lo pratica. Quando il Bar Roma era il Bar Roma e giocavamo a biliardo, quelli più anziani, che ci capivano di più di noi, raccomandavano sempre "calma e gesso" specie nelle situazioni più delicate. In questa storia ingarbugliata ci vuole determinazione, certo, ma pure "calma e gesso" perchè si ragiona della salute della gente ed anche della dignità di tanti lavoratori, che non sono (fortunatamente) nel bene e nel meno bene ugualmente meritevoli o da censurare. Un abbraccio.
Masaniello