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A Sciambere sull’ Inguria ed il Citrullus lanatus e sul Dio Popole

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 19 gennaio 2010

Volevo solo augurare buon appetito al Sig. BJ71,…e fornire qualche rapida informazione storica e scientifica sul cocomero. Premetto che, è altamente apprezzabile il lessico usato dal Sig. BJ71 per indicare la prelibata cucurbitacea. Un nome tipicamente italiano. Evidentemente anche il Sig. BJ71 è venuto a sciacquarsi un po’ in Arno ( perdonami Alex per l’ accostamento). Nelle terre celtiche mi sembra che si chiami “ inguria” , con la “g”, dura e forte (pronuncia “inghiuria” italianizzato “anguria” NDR). La sua terra di origine è l’ Africa tropicale, dalla quale si è espansa verso nord. Quando i romani colonizzarono le terre di odino e del dio-po, gli dettero in nome di cucumis ( = cetriolo) , da cui cocomero. Poi arrivò la scienza, che battezzò l’ inguria, “Citrullus lanatus”, distinguendolo da un’ altra specie presente in particolare nelle brughiere briantee, chiamata volgarmente “ cocomero asinino” e scientificamente “ Ecbalium elaterium”. Oggi le specie sopra menzionate sono sparse un po’ in tutto il paese, con oggettive concentrazioni nelle zone più nordiche, ma non mancano “colture e culture” anche in Toscana. Chiaramente ogni accostamento fra vegetali ed animali bipedi è puramente casuale. Il cinghiale Antonio Così si fa, dotto ungulato, meno critiche e più cultura che, anche se sparsa in pillole, fa sempre bene. Ripeto comunque il concetto che i soggetti di che trattasi più che alle angurie delle quali si dichiarano divoratori mattutini (una bella fetta di cocomero ghiacciato inzuppata nel cappuccino e vai!) restando sempre tra le cucurbitacee siano assimilabili al Cucumis melo, melone per gli italiani, “popone” nel volgare di queste lande. Azzarderei anche che tra ampolle d’acqua sacra, tricolori igienici rutti celtici e spadoni di latta, accanto al Dio Po un Dio Popone non sfigurerebbe.


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