E’ in distribuzione da qualche giorno nelle principali edicole e librerie della zona, il volume “Il Corsaro Barbarossa in Maremma (1543-1544)” di Alessandro Ferrini e Danilo Terramoccia. Il libro narra la spedizione dell’armata ottomana, al comando di Barbarossa, ammiraglio del sultano di Costantinopoli Solimano il Magnifico, nel 1544, con particolare riferimento ai fatti che riguardano l’isola d’Elba, Piombino, Talamone, Montiano, Porto Ercole, l’isola del Giglio, Orbetello e Capalbio. Che la vita quotidiana dei normali cittadini sia condizionata dalle decisioni dei potenti è cosa risaputa anche al giorno d’oggi. Ma la balzana idea del “cattolicissimo” re di Francia di contrarre (pur di contrastare l’imperatore Carlo V) “l’empia alleanza” con il sultano di Costantinopoli, nemico storico della cristianità, mai come in quell’occasione, ebbe conseguenze tanto drammatiche per le popolazioni civili delle nostre zone. Le vicende della permanenza dell’armata ottomana, la più potente flotta navale dell’epoca, in quei dodici giorni del giugno 1544 nei nostri mari con i saccheggi, gli incendi, le rovine che ne conseguirono, sono descritte in quest’opera in maniera talmente precisa che sembra quasi di assistere allo svolgimento dei fatti in tempo reale. La maggior parte delle vicende narrate sono frutto di una ricerca di documenti d’archivio estremamente approfondita ed assolutamente inedita. I due autori sono già noti per due precedenti e pregevoli pubblicazioni: il Ferrini per il libro “In questa terra di Porto Hercole” e Danilo Terramoccia, vulcanico personaggio con una capacità di ricerca storica talmente puntigliosa che solo chi lo conosce da vicino può capire, per un libro su “Bartolomeo Peretti da Talamone, ammiraglio del Papa”. Il Circolo Culturale Gigliese, nel fare ai due autori le più sentite congratulazioni, esprime una ulteriore soddisfazione nel constatare quanta particolare attenzione nel volume ,sia stata prestata alle vicende dell’isola del Giglio, che vide, in quei drammatici giorni del 1544, cambiare completamente la sua storia, dato che l’intera popolazione, come noto, fu catturata e deportata a Costantinopoli. Il volume di Ferrini-Terramoccia “Il Corsaro Barbarossa in Maremma”, assieme agli altri due libri recentemente editi (“L’isola del Giglio nel 1656” di Bruno Begnotti e “Torre del Saraceno e dintorni” di Cesare Scarfò) costituiscono, per il loro spessore e per i loro contenuti, tre eventi editoriali di eccezionale importanza, tre opere che rimarranno fondamentali in futuro per chiunque vorrà studiare e conoscere la storia della nostra gente.
pirata barbarossa