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Un mazzo di fiori per non dimenticare

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 06 agosto 2006

Il personale che si occupa dei servizi di antincendio boschivo, Corpo Forestale, Volontari di Protezione Civile, Comunità Montana e VV.FF. deporrà un mazzo di fiori accanto al cippo che ricorda le giovani vite stromcate nell’incendio dell’1985: ore 17,30 deposizione del mazzo di fiori sul luogo, ore 18,00 celebrazione della santa Messa a Sant’Ilario nella Chiesa di San Rocco "Cinque" Cinque dita adunche strette sul cerino acceso che illumina il sorriso d’un cuore nero, arso, spento. Cinque fiammelle alla deriva, fuochi fatui nel vento di ponente. Famelica la lingua s’alza; liquefa all’Accolta acacie e cisti, come lama affondata nella carne vola, s’abbatte, s’erge, s’agita; dritta su Sant’Ilario, indifeso eremo estivo. Cinque paia d’occhi saltellanti a scrutare il vento, a sondare il fumo. Poi, giù, verso l’ignoto azzurro; impalpabili creature, invincibili, irraggiungibili. Come tutti noi, a vent’anni. Nessuno che gridi, nessuno che avvisi; eppure incombe, l’irreparabile. Cinque tornanti verso La Pila; il primo è secco, breve, uno schioppo d’asfalto, una baracca di lamiera, un muro di fumo, un cratere di fiamme: il nulla. Cinque pini dalla chioma verde abbracciati a quel tornante; su ogni tronco un fiore di campo su ogni fiore un cuore appeso a un nastro su ogni cuore un sogno dentro ogni sogno, un canto, una preghiera. Cinque bambini ormai persi nel vento volano sopra stagni di cenere bollente. Come naufraghi d’un grigio oceano vagano perduti tra onde incandescenti. Estati elbane prima e dopo, vent’anni fa: cinque nomi su un cippo è quello che resta e un’ombra maligna seduta al nostro fianco, nascosta tra le pieghe del tempo e dell’indifferenza. Cinque dita adunche strette sul cerino spento per nascondere il sorriso di un cuore nero che non batte. Nota: Nel 1985 un terribile incendio, non casuale, provocò la morte di cinque ragazzi che percorrevano la strada che collega S.Ilario a La Pila. Il vento di ponente soffiava con una violenza inaudita. Chi aveva appiccato l’incendio sapeva ciò che faceva, probabilmente conosceva bene la direzione del vento stesso e il luogo più adatto per l’eventuale innesco. Dopo tanto tempo, senza che i responsabili siano stati scoperti, si tende a dimenticare quel terribile avvenimento. Io non posso scordarmene. Quel giorno, quando vidi il notiziario televisivo, rimasi paralizzato dall’orrore . Adesso, quando nei miei allenamenti podistici percorro quella strada, mi fermo sempre davanti a quei cinque pini affacciati sull’azzurro del golfo di Marina di Campo. Mi fermo e mi commuovo , facendo fatica ad andare avanti. Ciò che più mi disturba è sapere che chi ha provocato l’incendio è libero e , probabilmente, mio conterraneo. Uno dei rari motivi per cui non si può essere orgogliosi di sentirsi Elbani. LIVORNO - PIERULIVO ADRIANO La poesia "Cinque" , presentata al Festival della Poesia di Capoliveri, intitolato a Bartolomeo Sestini nella sezione in lingua italiana, ha goduto di grande considerazione da parte della giuria per l'argomento trattato e per l'intensità delle strofe che incalzano drammaticamente il lettore. Il testo poetico ricorda il tragico episodio dell'incendio di Sant'Ilario di 21 anni fa dove perirono cinque ragazzi in vacanza all'Elba. PIERULIVO ADRIANO è stato vincitore del festival della poesia di Capoliveri. Durante la Messa saranno recitate varie poesie e testi scritti dai ragazzi delle scuole elementari e medie dell’Isola d’Elba.


incendio commemorazione vittime 6 agosto 1985

incendio commemorazione vittime 6 agosto 1985