Quell'immenso rogo sull'acqua a qualche metro dalla spiaggia della Padulella lo stanno alimentando 15.000 litri di gasolio e sei milioni di euro di barca, 100 piedi (33 metri e spiccioli) di un lussuoso San Lorenzo nuovo di trinca (45 giorni di mare dicono) battente bandiera francese. Domani a giorno le immagini saranno ancora più drammatiche perchè sicuramente assieme alla carcassa del natante bruciata si potrà fotografare il danno ambientale arrecato ad un gioiellino di spiaggia di pietre bianche lattate come è la Padulella, un danno che non sappiamo se qualcuno rifonderà. Lo yacht, francese, aveva stazionato presso i cantieri ESAOM dove era atteso di nuovo e si trovava nel pomeriggio di mercoledì 2 Agosto in navigazione a sud dell'Elba al traverso di Marina di Campo con 8 persone a bordo, quando nel locale dei motori si è sviluppato un principio d'incendio. A quel punto il comandate ha chiuso i circuiti elettrici, isolato il locale e lanciato una richiesta di aiuto alla quale per primi hanno risposto i Carabinieri della Motovedetta CC 702 che si sono avvicinati al natante in difficoltà e l'hanno presa a rimorchio. Si è optato quindi per portare la grossa imbarcazione da diporto a Marciana Marina dove sarebbero giunti anche i Vigili del Fuoco ma nello scalo marinese la barca entrava senza accostare, poichè si giudicava troppo rischioso compiere in mezzo ad altre imbarcazioni le operazioni di spegnimento. Con il battello pneumatico della Capitaneria venivano fatte scendere alla Marina 7 delle 8 persone (il motorista restava a bordo), mentre imbarcava una squadra dei Vigili del Fuoco. Lo Yacht era nel frattempo stato raggiunto anche da una barca di appoggio dei cantieri ESAOM che aveva scaricato a bordo degli estintori. L'obiettivo a quel punto era quello di abbattere il fuoco conducendo, sempre a rimorchio della mezzo navale dei Carabinieri e con la scorta della barca d'appoggio l'imbarcazione fino ai cantieri ESAOM di Portoferraio. Sembrava che ciò fosse fattibile e la barca è stata seguita visivamente fino all'Enfola in buon assetto di navigazione. Non si vedeva niente altro che del fumo che pareva un residuo del primo fuoco, ma nelle ultime miglia evidentemente le fiamme sono scoppiate di nuovo e con estrema violenza, tanto che pompieri e motorista hanno dovuto allontanarsi dal San Lorenzo saltando su una motovedetta della Capitaneria che aveva accostato prendendosi un rischio per portali in salvo, un'operazione durante la quale il motorista cadeva riportando dei traumi che avrebbero determinato il suo ricovero in ospedale una volta giunto a banchina. Intanto la CC 702 doveva mollare il cavo di rimorchio per mettersi a sua volta in sicurezza abbandonando la barca ormai divorata dalle fiamme alla deriva. E mentre calava la notte il rogo galleggiante veniva lentamente ma inesorabilmente trascinato dalla corrente verso terra mentre un enorme banco di fumo nero irritante avvolgeva Portoferraio. E lo yacht finiva per incagliarsi a meno di 10 metri della spiaggia della Padulella sotto un costone roccioso sul quale si piazzavano i Vigili del Fuoco, non per cercare di spengere un relitto che più continuerà a bruciare meno residui inquinanti lascerà in mare ma per evitare che le fiamme passassero da mare a terra. Lo "spettacolo" attirava alle Ghiaie ed a Capo Bianco una folla di curiosi e continuava fino a notte fonda. (nelle foto: l'incendio ed uno yacht dello stesso modello di quello bruciato)
yacht bruciato padulella 1
yacht bruciato padulella 2
yacht bruciato padulella 2