Non poteva avere una atmosfera più suggestiva la presentazione, sabato scorso, del volume di Bruno Begnotti “L’isola del Giglio nel 1656” nella cappella di S. Trinita della Rocca di Giglio Castello. Alle 22, ora fissata per l’inizio, oltre cento persone avevano già gremito la sala, e molti non sono potuti entrare e sono stati costretti a tornare indietro. Oltre all’interesse per gli argomenti della serata, il motivo di tanto successo risiede sicuramente nel forte desiderio della Comunità Gigliese di riappropriarsi dell’enorme complesso della Rocca, massima espressione architettonica di tutta la nostra storia. Dopo i saluti del Sindaco Attilio Brothel, i responsabili dello Studio Deltos di Firenze hanno illustrato, attraverso la proiezione di diapositive, le varie fasi del restauro dell’archivio storico comunale. Dopo di che è stato presentato il volume di Bruno Begnotti e la relativa carta dell’isola, fedelmente riprodotta dall’originale, disegnato nel 1656 dal governatore Burali, e conservato all’Archivio di Stato di Firenze; una copia della carta è allegata in una tasca di terza di copertina del bellissimo volume. Altro sintomo significativo dell’enorme interesse per gli argomenti illustrati è stato non solo il gran numero di presenti ma anche l’assoluto e religioso silenzio e una attenzione da parte del pubblico presente che non è mai calata, neppure per un attimo. Moltissimi dei presenti hanno infine voluto acquistare immediatamente, alla fine della serata, una copia del volume senza aspettare che venisse distribuito alle edicole dell’isola. Oltre ai pregevolissimi contenuti culturali della manifestazione, fortemente voluta dal Circolo Culturale Gigliese con la collaborazione della Pro Loco, dell’Amministrazione Provinciale e Comunale, e della Sovrintendenza di Siena, è stata eccezionale il livello di partecipazione e l’aiuto di cittadini privati che hanno fatto si che, in poche ore all’Isola del Giglio il 29 di luglio possa essere stato allestito il locale pieno di fascino che la sera tutti hanno potuto ammirare, da quello che la mattina alle 9 era ancora uno stanzone polveroso, pieno di detriti e senza corrente elettrica. Tutte queste cose si sono svolte sotto lo sguardo ammirato del Geom. Loffredo, funzionario della Soprintendenza di Siena che doveva supervisionare questa concessione a stralcio dell’uso della Rocca. Questa volta per una sera sola. Ma il funzionario della Soprintendenza ha ascoltato con molta attenzione e con molta gentilezza quello che gli hanno detto il Sindaco e i vari assessori. E riferirà a Siena, al Soprintendente, tutto ciò che ha sentito e soprattutto tutto ciò che ha visto.
Giglio La Rocca