Per il tredicesimo anno consecutivo, un gruppo di bambini provenienti da Gomel è ospite all’isola d’Elba. Arrivati il primo luglio ripartiranno il tre agosto. I bambini sono 22 con 3 accompagnatori. Dieci di loro sono accolti da altrettante famiglie elbane. Gli altri sono ospitati nell’edificio della scuola elementare San Rocco. Questi ultimi, accompagnati da due assistenti specializzate per la cura delle persone sordomute, sono in gruppo perchè abitualmente vivono insieme in un istituto a 40 km da Gomel, all’interno della vasta area che fu pesantemente contaminata dalla nube radioattiva fuoriuscita venti anni fa dalla centrale nucleare di Chernobyl. L’esperienza di accoglienza a Portoferraio nasce nel 1994, quando un gruppo di persone manifestò l’intenzione di “fare qualcosa” per i bambini che subiscono le conseguenze delle radiazioni. Attorno a don Giorgio Mattera, parroco della chiesa di San Giuseppe, che prontamente e pienamente si coinvolse nel progetto, si formò un gruppo di persone, fra cui vogliamo ricordare Anna Scotto Baldi. Da allora, ogni anno, decine di ragazzi hanno potuto trascorrere all’Elba giorni salutari all’aria aperta, ricchi di sole, mare, iodio, incontri e gioco. Quest’anno, per la prima volta viene fatta l’esperienza dei bambini in gruppo alloggiati, come detto, nei locali della scuola San Rocco. Ogni mattina i bambini si recano al mare (quasi sempre alla spiaggia delle Ghiaie, ma nove giornate le trascorrono in altrettante strutture alberghiere che si sono messe a disposizione del progetto) e lo stesso fanno nel pomeriggio. A pranzo e cena si ritrovano nell’ampio salone della parrocchia San Giuseppe alla Sghinghetta, dove i volontari preparano quanto necessario. “Sono molto soddisfatto – dice il parroco don Giorgio Mattera – perché molte persone si sono offerte per collaborare. Almeno cinquanta sono i volontari che si alternano in turni di otto al giorno. Un risveglio significativo dovuto in particolare alla presenza del gruppo di bambini sordomuti”. Bambini svegli e vivaci, che mostrano a tutti dolcezza e affetto. “Modi di essere e di fare – aggiunge don Mattera – che coinvolgono e aggregano anche quegli adulti, pur generosi, ma restii ad impegnarsi”. Giorni fa, mons. Giovanni Santucci, vescovo diocesano, ha desiderato passare qualche ora con i piccoli ospiti, pranzando, giocando con loro e raccogliendo notizie da accompagnatori e volontari. La diocesi contribuisce al progetto di accoglienza soprattutto per coprire la spesa più consistente, cioè il viaggio aereo. Il Comitato di accoglienza desidera ringraziare l’Amministrazione Comunale di Portoferraio, che ha collaborato per i locali e i mezzi di trasporto, l’Istituto Scolastico Comprensivo, le famiglie ospitanti, i volontari e le tante persone che, in modi diversi, contribuiscono alla realizzazione del progetto.
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