Le larve della Lymantria dispar, i voraci bruchi dai tubercoli rossi e blu sul dorso (ritratti in buon numero in un sacchetto nella seconda foto), hanno già attaccato l’80% delle leccete del versante orientale dell’Elba. I focolai individuati sono 6: il fosso Baccetti di Cavo, sopra Nisporto e Nisportino, la valle della Foresta, sotto la Cima di Monte, e ad ovest del Volterraio. Per intervenire ormai è troppo tardi, non resta che attendere le innocue farfalle che scaturiranno dalle larve, e sperare che le piante attaccate riescano a sopravvivere senza foglie al calore dell’estate. Anche il terreno potrebbe essere sottoposto a stress: una maggiore evaporazione dell'umidità, ed in caso di pioggia le fronde non attutirebbero la caduta dell'acqua sul suolo. Nessun pericolo invece per l'uomo e gli animali. Gli interventi saranno per il prossimo anno. Nel vertice tenutosi nella sede della Comunità Montana con i rappresentati dei comuni di Portoferraio Rio nell’Elba e Rio Marina, il parco, la forestale ed i tecnici dell’istituto sperimentale per la zoologia agraria di Firenze, si è deciso di mettere in moto le strategie per il 2007. La soluzione sarà affidata al bacillus thuringiensis varietà kurstaki, (ritratto nella terza foto in una provetta insieme alla sua vittima) un rimedio biologico mirato che farà ammalare le larve. Nei mesi di ottobre e novembre dovrà essere effettuata la mappatura delle larve in modo da poter ordinare in tempo il quantitativo necessario di prodotto da irrorare nei boschi. La ditta produttrice americana accetta prenotazioni entro dicembre. Poi nella primavera del 2007 il prodotto sarà distribuito dall'elicottero, mentre nelle zone vicine agli abitati sarà dato da terra. Si allargherà all’Elba il progetto Meta della regione Toscana (monitoraggio estensivo de boschi della Toscana a fini fitosanitari) attraverso un esatto censimento delle aree colpite. A questo proposito il responsabile dell’istituto sperimentale per la zoologia Pio Federico Roversi ha invitato il Parco a controllare il territorio mediante la costituzione di una rete di dettaglio. Il bruco infatti non è una novità del 2006, già lo scorso anno erano state effettuate segnalazioni agli organi competenti da operatori turistici. E adesso, come di consuetudine, da più parti si sta parlando, prima che del danno ambientale conclamato, di danneggiamento dell’immagine da parte degli organi di informazione.
Lymantria riunione CM
Lymantria sacchetto plastica
Lymantria ed antagonista