Dopo quello di Punta Perotti ci sono almeno altre 16 emergenze, altri 16 ecomostri che dovrebbero seguire la sorte del complesso immobiliare abusivo del lungomare barese, a partire dalle case fuorilegge nell’area archeologica della Valle dei Templi di Agrigento, dalle ville abusive di Pizzo Sella, la collina del disonore di Palermo, dallo scheletrone di Palmaria, che sfregia il paesaggio di Portovenere in Liguria, dai mattoni non autorizzati a Giannutri, nel Parco dell’arcipelago toscano. Più in generale poi è necessaria una nuova stagione della legalità che consenta di contrastare e mettere fini al fenomeno abusivismo che ancora oggi, anche grazie ai condoni e talvolta alla complicità delle amministrazioni locali, vede spuntare dal niente ogni ora 3 nuove costruzioni fuorilegge”. Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, sintetizza così i contenuti del dossier “Storia di Punta Perotti e di altri ecomostri”, che l’associazione ambientalista ha distribuito a Bari in occasione dell’avvio della demolizione del megacomplesso abusivo sul lungomare. Per la Toscana il Dossier segnala l’ecomostro di Procchio è uno scheletro di cemento, sotto sequestro, che sorge poco lontano dal mare. Doveva inizialmente essere un “centro servizi” con albergo ed appartamenti per un totale di 20mila metri cubi. Nell’isola vicina, quella di Giannutri, una lunga fila di fatiscenti immobili in cemento armato per circa 11.000 metri cubi, sovrasta da una ventina di anni l'insenatura dello Spalmatoio, in pieno Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano. “Questi ecomostri, che come si vede spesso sfregiano le aree protette, si affiancano purtroppo ad altri 140mila edifici completamente fuorilegge, costruiti spesso nelle aree più pregiate del Paese nel quinquennio che va dal 2001 al 2005 – conclude Roberto Della Seta - I numeri e le storie di ecomostri raccolti nel dossier Legambiente evidenziano come proprio dalla demolizione dei palazzoni abusivi di Bari possa e debba partire una nuova stagione della legalità”.
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