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Marchetti: L'intervista a Conti ed il futuro del trasporto marittimo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 17 febbraio 2009

Dell’intervista a Riccardo Conti, pubblicata integralmente sabato 14 febbraio 2009 su Tenews , ho colto due affermazioni «la Regione Toscana non ha le competenze al suo interno per dire: mi assumo il controllo della società di navigazione», e «le regioni devono assumere pienamente le funzioni di programmazione del trasporto marittimo, come si fa per quello su gomma o per il sistema ferroviario regionale». Conti, nel suo lungo colloquiare con la giornalista Rita Blando, ha precisato come si dovrà predisporre il «bando di gara, con il corrispettivo pubblico di gara necessario (e qui c’è un problema di risorse che ha aperto il governo), con gli impegni per gli investimenti, con la clausola sociale per i lavoratori, (aspetto che mi preme sottolineare) di garanzia per il posto di lavoro che per i diritti contrattuali, per attribuire la gestione del servizio a chi fa la migliore offerta in termini qualitativi, in termini d’investimenti, in termini di standard offerti». A giudizio dell’assessore regionale i collegamenti con le isole devono essere riorganizzati, tenendo presenti anche i periodi di bassa stagione: «quante volte si va all’Elba, o a Capraia, a dicembre, in quali ore, come e con quali standard, c’è un corrispettivo pubblico infatti. L’operatore si deve impegnare ad andare a quelle ore, poi avrà la concorrenza, nei momenti forti, anche di altri operatori privati». Conti si è detto contrario alla liberalizzazione totale dei collegamenti marittimi, perché «chiunque voglia poter esercitare un servizio di trasporto marittimo verso l’Isola d’Elba, o verso altre isole senza chiedere contributo allo Stato lo può fare» a suo avviso, però, occorre insistere sulla clausola sociale sia per vendere Toremar «attraverso una gara per un congruo numero di anni» sia per l’altra gara, quella per l’affidamento dei servizi. Queste sono condizioni essenziali sulle quali bisogna discutere perché gli isolani devono avere «un servizio efficiente per 12 mesi l’anno, a tutte le ore». Il diritto continuità territoriale sicura, anche d’inverno è sacrosanto, ma su questa vicenda regna troppa confusione e tutto a scapito dei cittadini utenti e dei lavoratori di Toremar. Gli elbani devono sapere che ne potremmo uscire positivamente solo se le rappresentanze istituzionali, economiche, sociali e politiche, si muoveranno tutte insieme e unite.


porto toremar moby attraccati

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