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ASL: in arrivo anche la soppressione del reparto psichiatria a Portoferraio?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 12 marzo 2006

C'è una emergenza conclamata all'Elba nei confronti della quale la gran parte della classe dirigente isolana adotta sistematicamente la strategia dello struzzo, ed è quella della salute mentale. Le uniche occasioni in cui abbiamo sentito aprire bocca a politici su questo specifico argomento, è stato quando abbiamo raccolto qualche vagheggiante vaneggiamento sulla necessità di "rimangiarsi" la legge Basaglia e rispedire i "picchiatelli" in manicomio. Mai una riflessione sul male di vivere che conduce uno statisticamente spaventoso numero di abitanti dell'isoletta verde e blu a togliersi la vita, mai una discendente considerazione sul fatto che i suicidi rappresentano la minima per quanto vistosa parte dell'iceberg di un disagio, di un gelo sociale sommerso, quello determinato dalle nuove povertà, dalle dipendenze da alcol, farmaci, droghe, dallo stridente contrasto tra i modelli dell'Elba "da bere" della mondanità, del vippume, con una vita necessariamente ordinaria e talvolta quaresimale. Eppure i disagi psichici si curano, quando sono conclamati, con le pillole, ma si prevengono, e/o se ne attenua l'impatto, con le scelte politiche ed amministrative. Va da sé che una amministrazione della cosa pubblica più attenta al sociale, capace di interventi solidali verso i più indigenti, attiva nel proporre occasioni di ricreazione sport e cultura per i più giovani, impegnata in un ruolo interlocutorio costante con la scuola, produce una popolazione meno esposta al disagio mentale. Ciò premesso sarebbe comunque un errore sottovalutare l'importanza dei presidi medici specialisti e dedicati sul territorio insulare, che reggono l'urto delle patologie conclamate, il disagio che si fa trauma nei confronti del quale occorre una risposta forte. Per questo ci hanno sbalordito le insistite voci che abbiamo raccolto da fonti che giudichiamo affidabili, secondo la quale nei disegni della nuova dirigenza della ASL ci sarebbe la volontà di giungere in tembi brevi alla chiusura del reparto di psichiatria dell'ospedale di Portoferraio. Se abbiamo ben capito quello che si profilerebbe per l'ospedale di Portoferraio sarebbe un semplice ruolo di astanteria psichiatrica, le patologie appena un poco più impegnative della temporanea crisi, risolvibile nell'arco delle 24 ore, sarebbero trattate a Piombino, ove il reparto sarebbe "promosso" ad un rango tecnico più alto. Trascurabile per chi ha fatto questa "bella pensata" lo sradicando di un malato che molto spesso trae proprio dalle radici e dalle sue consuetidini la forza per non lasciarsi andare, le immense ulteriori difficoltà che si crerebbero alle famiglie isolane che già debbono sopportare la croce di un malato psichiatrico tra i familiari, quelle dei lavoratori che dovrebbero trasferirsi "oltre il bozzo". Papale papale, ci parrebbe un atto oscurantista proprio perchè contrario alla logica della nuova psichiatria, quella delle residenze assistite (ce n'è solo una all'Elba, ne servirebbero altre), quella del territorio investito del problema che diventa di per sé elemento attivo del processo terapeutico. Altro non sarebbe per come la pensiamo che una manovra ispirata da ragionieristico cinismo e contraria agli interessi degli elbani, da contrastare con ogni lecito mezzo. Saremo lieti se ci diranno che la notizia sfuggita alle ermetiche saracinesche comunicative dell'ASL è una bufala, ma sappia chi volesse far emigrare questo ennesimo servizio dall'Elba, che non gli renderemo la vita facile. Intanto chiediamo ai nostri lettori (comuni o investiti di cariche istituzionali) di tenere le orecchie ben dritte anche su questo fronte e nel caso di farsi sentire.


ospedale retro

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