“Cinquecentomila euro per stare pochi minuti sul palco dell'Ariston. È il super cachet che ha ricevuto il divo di Hollywood John Travolta per la sua esibizione al Festival di Sanremo” Questa notizia letta su “Libero” –ebbene, lo ammetto, ho anche questo difetto- mi ha decisamente irritato, e come sempre cerco di capire il perché di questa ira che, per educazione, sono abituato a dominare. Mentre ragiono fra me e me -in uno sforzo immane di introspezione, aggravato da un indecoroso raffreddore che impedisce ai pensieri di circolare fluidamente- ecco che inizia la sigla di “Otto e mezzo”, trasmissione condotta da Caterpillar Ferrara. La sigla colpisce, la grafica è accattivante, la musica te la fa guardare. Una serie di concetti e parole, sparati celermente e a coppia, ti traversano offrendoti una piacevole sensazione: destra, sinistra, virtù, individuo, libertà, uguaglianza, scienza, potere, etc.. Una sigla colta e nello stesso tempo attraente: no, non può essere stata concepita da Caterpillar Ferrara. Ma guardo con più attenzione, ed ecco apparire la parola Uguaglianza che mentre si dissolve lascia il posto a Destra; una combinazione? Ancora qualche frazione di secondo, ed ecco la parola Potere, che si dissolve e lascia il posto a Sinistra. Cambio canale pensando ai vecchi, sani, evidenti lavaggi di cervello della Madre Russia, e chi ti trovo? Totti e Ilary Blasi che parlano della cacchetta del bebè, che mi è già antipatico. Sento la mia rabbia aumentare e non ho voglia di reprimerla. E poi, ora che don Ciotti ci ha detto che la rabbia è un atto di amore, posso dirlo anche al mi’ babbo che sono incazzato. Babbo, ma che hai fatto tu per evitare tutto questo sfascio?
Travolta