Ventidue persone tra Assessori, consiglieri comunali,amministratori della società e dirigenti comunali della passata legislatura sono stati chiamati in causa, ovvero “invitati a dedurre”, dal PM Paolo Crea con l'accusa di aver causato un danno erariale alle casse comunali di centinaia di migliaia di euro. E' la nascita stessa della Cosimo de' Medici a segnare l'inizio di una serie di vicende che la Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti riassume nell'atto notificato agli interessati. Deve essere chiaro che l'invito a dedurre è parte di una fase istruttoria, nella quale non si è ancora sentenziato intorno ai comportamenti delle persone chiamate in causa, tuttavia il Dott. Crea e gli inquirenti paiono non avere molti dubbi sulla ricostruzione degli eventi che propongono, a partire dal fatto che la Cosimo, così come pensata, non doveva esistere. E' la Giunta del sindaco Fratini che il 1 luglio '99 incarica la CISPEL Toscana di elaborare uno studio di fattibilità finalizzato alla creazione di una società in grado di gestire la Darsena Medicea, le strutture museali e quelle culturali di Portoferraio. Ma sarà quella di Giovanni Ageno a partorire, nel marzo 2000, una Srl partecipata al 99% dal comune e all'1% dalla Banca dell'Elba. Presto però il centro destra amplia l'oggetto sociale affidando alla Cosimo un ventaglio di compiti, una gamma che spaziava dalla gestione degli impianti sportivi a quella di molti lavori pubblici, passando dalla sorveglianza “notturna e diurna” dei bambini e dall'accoglienza turistica. Nuovi servizi per i quali, rimarca il PM Crea, “non è stato effettuato alcun studio di fattibilita”. Per ammissione stessa dei suoi ideatori la Cosimo doveva semplificare e razionalizzare l'organizzazione di molti servizi, portandoli fuori dalla diretta gestione comunale. Ma la Procura la pensa diversamente asserendo che “la Cosimo non avrebbe mai svolto alcun servizio con le regole di una gestione societaria” ma che sarebbe invece servita a fornire “una comoda copertura al comune per eludere non solo le norme della contabilità pubblica, ma anche quelle sugli appalti e, soprattutto, le procedure concorsuali, non meno che il divieto di assunzioni che gravava in certi periodi sull'Amministrazione comunale. La Cosimo, secondo Crea, “non aveva e non ha” le capacità e gli strumenti necessari per svolgere i compiti assegnati. Indispensabile quindi l'affidamento dei lavori a terzi, ad altri imprenditori “per giunta scelti arbitrariamente”. Al costo vivo dei servizi che il Comune poteva svolgere direttamente si aggiungevano quindi i costi di gestione della società (amministratori, impiegati, etc) e l'utile d'impresa dell'appaltatore. Un vero e proprio braccio esterno dell'amministrazione con la quale i rapporti erano caratterizzati da una costante e indebita ingerenza nella gestione societaria. Emblematico il caso delle assunzioni. La Cosimo sarebbe stata per il PM lo strumento utilizzato per assunzioni illegittime (in quanto disposte per aggirare il blocco imposto dalle leggi al Comune) e avvenute con procedure alquanto discutibili. Alcuni esempi: una ragazza, sentita dalla Finanza, ha affermato di essere stata assunta come segretaria della partecipata dopo una colloquio avvenuto in Comune “innanzi agli assessori Sergio Cavaliere e Giuliano Fuochi e al Consigliere Frangioni”. Per le altre assunzioni gli amministratori decisero di servirsi delle prove selettive della CISPEL. Ma per la Procura si sarebbe trattato di “mera coreografia”. Le assunzioni avvennero in parte prima ancora della conclusione dei colloqui. I lavoratori “ereditati” dalla Coop Lat, che gestiva in precedenza gli impianti sportivi, sarebbero passati alla Cosimo come descritto nella deposizione di Sergio Cavaliere che ha dichiarato di “aver personalmente gestito il passaggio con il responsabile della CGIL Giovanni Frangioni senza alcuna selezione”. Ma è sulla gestione dell'approdo turistico che la Procura va giù pesante. ”Gravi omissioni” imputabili al Consiglio d'amministrazione avrebbero causato una scarsa efficienza di quello che doveva essere il centro fondamentale di attività e redditività. Barche di lusso come il Besahet, il Saralù e il Sary 53 avrebbero sostato a lungo senza pagare quanto dovuto. Una danno di oltre ventimila euro per le casse pubbliche. Un quadro pesante, caratterizzato dalle continue ingerenze nella gestione da parte del comune e, in particolare, degli assessori Giardini e Cavaliere, oltre che del vice sindaco Fuochi, con continue richieste di opere e servizi da parte dell'ente proprietario. I fatti imputati si fermano al 2004 ma è tutt'altro che da escludere che l'indagine della Guardia di Finanza stia proseguendo fino alla gestione attuale. E' evidente infatti che alcuni assetti gestionali contestati siano ancora oggi presenti nella vita della Cosimo de' Medici.
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