L’erosione della costa toscana ha assunto negli ultimi anni proporzioni gigantesche, in molti casi spinta anche dalla mano dell’uomo che è intervenuta ad alterare flussi e correnti per costruire porti ed opere di varia natura. Per capirne di più ne abbiamo parlato con Enzo Pranzini, professore ordinario di Geografia fisica e Geomorfologia presso la Facoltà di Scienze dell´Università degli Studi di Firenze. «Indubbiamente i porti turistici hanno conseguenze sui fenomeni erosivi – spiega Pranzini – soprattutto quelli costruiti su coste basse e sabbiose, mentre quelli sulle coste alte di solito creano meno problemi». Di solito, perché poi Enzo Pranzini fa subito l’esempio di Marina di Campo. «Ogni porto ha la sua storia – dice – anche perché in mare le variabili sono troppe e spesso non sono conosciute. Il porto di Marina di Campo per esempio è costruito su una parte rocciosa, eppure ha creato l’erosione di gran parte del golfo. Così come quello di Cala Galera, in Maremma, che ha innescato il processo di erosione sul tombolo della Feniglia, mentre il porto canale di san Rocco sta intercettando tutta la sabbia che andava prima a Castiglione della Pescaia». Il brano, tratto da un articolo pubblicato su www.greenreport.it del 10 gennaio dovrebbe servire agli amministratori elbani come spunto di riflessione sulla opportunità di procedere a rilevanti interventi sul fronte costiero determinati dalla creazione di porticcioli, approdi o altro. Chiaro che il pensiero corre subito al contestato intervento cavese, ma attenzione andrebbe anche posta sul futuro del golfo di Portoferraio, che a dare retta alle spinte degli operatori interessati potrebbe produrre un banchinamento quasi ininterrotto della costa dalla Punta del Martello alla Punta delle Grotte, con la realizzazione di nuove dighe frangiflutti e pennelli che sconvolgerebbero ulteriormente un sistema delle correnti già modificato dai lavori eseguiti nell'area portuale, a danno di una zona che di spiagge ne ha poche e quasi tutte concentrate tra Schiopparello e Bagnaia. Non riusciamo anzi a capire, una volta dimostrato com'è dimostrato che le presenze turistiche si legano alle quantità di spiagge ed arenili disponibili, perchè non ci si muova con lavori strutturali tesi alla creazione di accessi, al miglioramento ed alla fruibilità delle anche piccole spiagge sia all'interno del golfo che sulla costa nord portoferraiese. E' irrisolta la questione della Cala dei Frati ma un occhio lo meriterebbe anche la proletaria Punta della Rena così come con un po' di lavoro e poca spesa altro spazio confortevole si potrebbe ricavare a S. Giovanni ed in altri tratti ancora.
marina di campo panorama 3 gentini